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Progetto infermieristico di sensibilizzazione alla donazione di midollo osseo: ''5 minuti per te sono una vita per qualcun altro''

Utilizzo e prelievo delle cellule staminali

Il trapianto di midollo osseo (TMO), e quindi di CST in esso contenuto, si propone di eliminare totalmente la popolazione midollare (malata o quantitativamente carente) di un soggetto sostituendola con cellule staminali provenienti dallo stesso paziente (TMO autologo o autotrapianto), spesso dopo averlo “purificato” dalle cellule maligne eventualmente presenti o da un donatore HLA (Human LeucocyteAntigen) compatibile (TMO allogenico) o HLA identico (TMO singenico) nel caso che il donatore sia un gemello omozigote.

L’applicazione delle tecniche trapiantologiche ha registrato nei tempiuna progressiva estensione delle indicazioni (inizialmente limitate a pochi pazienti generalmente con malattie in fase avanzata), sino a diventare un trattamento di 1° linea già nelle fasi iniziali di alcuni disordini neoplastici. I progressi ottenuti nelle conoscenze biologiche del trapianto hanno inoltre consentito una estensione di questa procedura a situazioni cliniche non maligne, come nel caso delle emoglobinopatie (disordini genetici di sintesi dell’emoglobina, es. Talassemia).

Le sorgenti di cellule staminali attualmente utilizzate sono rappresentate dal midollo osseo, dal sangue periferico, dal cordone ombelicale e dal fegato fetale.

Midollo osseo: rappresenta la fonte classica di cellule staminali utilizzabili ai fini trapiantologici. Il tessuto midollare (e le CST in esso contenute) viene generalmente aspirato in anestesia totale o locale dalla cresta iliaca posteriore (figura 3) e risulta costituito da un insieme di elementi midollari e di sangue periferico. La quantità di cellule utile a un buon attecchimento nel ricevente non è definita con certezza; si ritiene tuttavia che il valore ottimale possa essere rappresentato da un volume di sangue midollare che va da 700 a 1500 ml a seconda del peso corporeo del donatore, della quantità richiesta e dalle esigenze del ricevente.

Sangue periferico: la dimostrazione che le cellule staminali emopoietiche sono presenti nel sangue periferico è scaturita dall’osservazione dei risultati ottenuti dopo il trattamento con fattori di crescita (CSF) o dopo la chemioterapia, ovvero che vi è un progressivo aumento di questi elementi in circolo, un processo definito mobilizzazione. Le cellule staminali mobilizzate hanno caratteristiche simili a quelle presenti nel midollo osseo e, dopo stimolazione nel soggetto donatore con fattori di crescita, è possibile prelevare un quantitativo di sangue periferico contenente un’adeguata quota di CST utile ai fini trapiantologici, mediante procedura aferetica. Quest’ultima consiste nel prelevare il sangue del paziente, “filtrarlo” attraverso speciali macchine detti separatori aferetici (in grado di separare attraverso processi di centrifugazione le varie componenti corpuscolate del sangue) e infine reinfondere il sangue privato delle CST, che vengono messe da parte in apposite sacche di raccolta (figura 4).

Cordone ombelicale: il sangue contenuto nel cordone ombelicale e nella placenta al momento della nascita, rappresenta una sorgente particolarmente ricca di cellule emopoietiche staminali. Le tecniche di prelievo attualmente a disposizione hanno permesso di raggiungere un volume di sangue di circa 140-200 ml, contenenti fino a 2.000.000 di cellule staminali. Questa quota è sufficiente per un trapianto allogenico in età pediatrica ma certamente insufficiente per effettuare trapianti nell’adulto. Per tale motivo si stanno studiando procedure intese a ottenere un’espansione in vitro di cellule staminali derivate dal cordone ombelicale.

Fegato fetale: il fegato rappresenta un’importante sede di produzione di cellule staminali nel periodo compreso tra il 3° e il 7° mese di vita intrauterina. Queste cellule sono in grado di ripristinare una normale emopoiesi, tuttavia l’utilizzo di questa sorgente di staminali è limitata da numerose difficoltà tecniche ed etiche oltre che da normative giuridiche.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Progetto infermieristico di sensibilizzazione alla donazione di midollo osseo: ''5 minuti per te sono una vita per qualcun altro''

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Solla
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
  Facoltà: Scienze Infermieristiche
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Emilio Corbo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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Parole chiave

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questionario
leucemia
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sensibilizzazione
infermiere
infermieristica
nursing
midollo osseo
malattie ematologiche

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