“Fuoco Amico” di A.B. Yehoshua nella critica israeliana

Il romanzo, costruito sullo sfondo della festività di Hanukkah, ci presenta due modi completamente diversi di vivere la religione. A Tel Aviv il tema religioso è sfiorato solo in quanto legato alla pratica quotidiana dell'accensione di una nuova candela di Hanukkah e alla recitazione della benedizione, non esiste nessuna riflessione profonda su argomenti religiosi né sono presenti dei personaggi particolarmente osservanti.
In Tanzania invece il tema religioso è affrontato in maniera decisamente più incisiva e provocatoria, le candele vengono immediatamente eliminate tra le fiamme e la religione ebraica, accusata di essere la fonte di sventura del suo popolo, è costantemente nel mirino di Yirmy.

Il suo accanimento contro i profeti, si fa più violento in riferimento al profeta Geremia, che ritiene “il più demenziale e pericoloso” (p.292). Le profezie di Geremia sono tutte portatrici di sventura e per dare a Daniela una dimostrazione della validità delle sue affermazioni, Yirmy le chiede di tradurre un brano a caso di Geremia dall'inglese all'ebraico moderno eliminando così l'effetto attenuante della costruzione della frase in ebraico biblico e mettendo in luce il suo fanatismo nonché l'odio, e la violenza insiti nelle sue parole.
«E all'improvviso, e questo è tipico di lui, si spaventa della sua stessa profezia e dice, un momento, in ogni caso non sarà la fine completa. E perché non dovrebbe esserlo? Se i peccati sono così gravi, perché non farla finita una volta per tutte? Semplicissimo, perché in quel caso lui non avrebbe più nessuno contro cui scagliare le sue profezie, tormentare con le sue maledizioni. E perché un popolo straniero si meriterebbe poi una vittoria tanto schiacciante? La risposta è semplice: per gelosia e sete di dominio. Non c'è giustizia, solo tradimento. Avete adorato altri déi? Allora vi meritate che vi divorino i figli e le figlie» (p.293).

L'estrema gelosia di un Dio che maledice il popolo che ha prescelto ogni volta che questo agisce diversamente da come lui vorrebbe fa sì che su questo popolo si riversino continuamente sciagure su sciagure. La soluzione, secondo lui, risiede nell'eliminazione dell'ebraismo e nel rogo della Bibbia (“Con questo libro sono cominciati il caos e la maledizione”, p. 278), dal quale si salva quella che tiene in mano Daniela in virtù del fatto che si tratta di una traduzione in inglese e non dell'originale in ebraico.