Crisi e legittimazione della democrazia rappresentativa
Una rappresentanza imperfetta
Impersonare la collettività dunque, vorrebbe dire compiere un'attività diretta alla mera lettura del substrato sociale al fine di coglierne il significato delle azioni. Interpretare la società, così come emerge, interpellarla in diversi modi, affinare tecniche che permettono di decifrare le azioni al fine di individuarne lo scopo, la prospettiva, di capirne i bisogni e gli obbiettivi senza influenzarla minimamente. In questo ipotetico (e forse utopico) contesto, potremmo parlare di “rappresentanza perfetta” , dove la società si autogoverna, nel bene e nel male, pagando sulla propria pelle i propri sbagli e crescendo, con una propria identità.
Tale aspra ed estrema critica del rapporto Potere – Libertà di cui stiamo cercando di esporne i tratti essenziali, ovviamente, potrebbe indurre ad una visione della realtà alquanto distorta. Un’analisi matura della questione ci induce però a considerarla in tutte le sue sfaccettature. Non per forza le cose devono essere o bianche o nere, esistono, come si suol dire, diverse tonalità di grigio. Avere un approccio disilluso sulla realtà non deve di conseguenza portare ad una considerazione opposta a quella che un occhio, magari meno attento, ci aveva dato prima di tale critica. Cioè, tale analisi non deve dare l’impressione che ci sia un netto distacco tra il cittadino e il potere, esistono diversi modi per poter essere ascoltati, e altrettanti modi per avere voce in capitolo. La nostra analisi ci porterà proprio a questo nell’intento di capire, oggi, che tipo di rapporto esiste tra Potere e Cittadino.
Ipotizziamo di trovarci in un sistema di governo in cui c’è, di fatto, una rappresentanza perfetta, al di là di come essa sia ottenuta. Poniamo il caso che venga imposto un obbligo giuridico per i governanti, o che ciò avvenga per iniziativa degli stessi, come risultato di un obbligo morale, e che ci sia una perfetta coincidenza tra Governanti e Governati. Che lo Stato, quindi, faccia di tutto per soddisfare i bisogni dei cittadini e per ottenere il benessere di tutti. Avremmo, in tal caso, un sistema quasi perfetto. Un sistema dove il Potere, identificato nello Stato, attraverso la propria Sovranità , possa imporre le scelte collettive, possa ottenerne il rispetto da parte di tutti, possa, quindi, ordinare la società e permettere la convivenza reciproca nel rispetto di quei valori e nella tutela dei beni scelti da tutti (o, almeno, dalla maggioranza).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Crisi e legittimazione della democrazia rappresentativa
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Informazioni tesi
Autore: | Carmelo Sebeto |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Fabio Ciaramelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 132 |
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