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Attraverso lo schermo: le emozioni tra cinema e cervello

Una nuova esperienza cinematografica

Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha portato con sé la necessaria rivalutazione dell’esperienza cinematografica.

SmartTV, computer, tablet e smartphone sono i principali dispositivi che oggi consentono agli spettatori-utenti di guardare i film in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi posto si trovino. Se in passato vedere un film prevedeva una serie di passaggi obbligatori come recarsi in un luogo preciso, il cinema, a un orario preciso di proiezione, mettendosi in coda per acquistare il biglietto, oggi ciò non è più necessario: in viaggio, camminando, stando seduti sul divano o sdraiati nel letto, il nuovo spettatore può scegliere di guardare un film semplicemente impugnando un telecomando o il proprio dispositivo mobile.

In ambito accademico questa nuova prospettiva cinematografica ha portato con sé dubbi e paure. Così come per l’avvento del sonoro, del colore e del digitale, l’innovazione tecnologica ha indotto molti autori a definire questa svolta storica come la causa della fine del cinema.

Anne Friedberg nel saggio The End of Cinema: Multimedia and Technological Change sostiene che l’avvento del XXI secolo ha comportato una “drastica” trasformazione del cinema il quale, supportato da nuovi dispositivi «has become embedded in – or perhaps lost in – the new technologies that surround it»: l’abbandono del grande schermo a favore di quello utilizzato dai new media sembra segnare la fine del cinema.

Il regista Peter Greenaway aggiunge che non è il cinema in quanto medium comunicativo a essere in declino, bensì la forma cinematografica che ha dominato il XX secolo: il cinema classico. Egli sostiene che la specificità di questa tipologia di cinema consiste nel coinvolgere lo spettatore passivamente, immergendolo nel buio della tradizionale sala cinematografica. Per il regista, in relazione all’avvento della nuova tecnologia «cinema-as-a-medium is not dead, but because its dominant form is dead one should not use the word cinema to describe the new form that has appeared or the medium in which it has appeared».

Che sia corretto o meno definire questa nuova esperienza spettatoriale come cinematografica, una cosa è sicura: il cinema, uscendo dalla sala di proiezione, ha rimodulato i propri connotati e dato forma a qualcosa di nuovo. Le immagini cinematografiche viaggiano ora su nuove piattaforme, si possono trovare nei new media e comportano una visione su nuovi schermi e in nuovi luoghi; sembra evidente che il cinema di oggi sia ovunque e che, ben lontano dal suo declino o sparizione, stia espandendo i propri confini.

A tal riguardo Francesco Casetti ha approfondito l’analisi della nuova forma cinematografica in relazione alla sempre più frequente presenza dei film nella nostra quotidianità.

Egli definisce il Post-cinema come “cinema rilocato”, fuoriuscito dalla sala buia e approdato su nuovi devices, mantenendo però la solita portata emotiva che lo contraddistingue.

Secondo l’autore la rilocazione del cinema sembra muoversi in due direzioni distinte dando luogo a diverse esperienze spettatoriali: da una parte rende disponibile altrove ciò che si vuole vedere, dall’altra ricrea fuori dalla sala cinematografica le condizioni ottimali per la fruizione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Attraverso lo schermo: le emozioni tra cinema e cervello

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Informazioni tesi

  Autore: Denise Perego
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Teorie della Comunicazione
  Relatore: Andrea Pinotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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