Il commissariato di Ludovico Ariosto in Garfagnana

La necessità sempre impellente di assicurare ai garfagnini una decente difesa dagli attacchi di quella che oggi non esiteremmo a definire criminalità più o meno organizzata, portò il poeta governatore, contemporaneamente ai precedenti provvedimenti adottati, a tentare anche la strada della mutua collaborazione con gli Stati confinanti con la Garfagnana estense. Più in generale, il poeta aveva voluto stabilire buoni rapporti di vicinato con gli Stati confinanti fin dal suo insediamento nella rocca di Castelnuovo; ciò risulta evidente se consideriamo che una delle prime lettere scritte dall'Ariosto nelle vesti di commissario estense in Garfagnana fosse stata inviata il 2 marzo del 1522 al podestà della cittadina "fiorentina" di Barga, confinante con i domini estensi.

Le intese con la Repubblica di Lucca e con la Repubblica di Firenze controllata dai Medici, infatti, avrebbero dovuto contrastare la possibilità che le bande organizzate avevano di evitare la cattura, passando da un territorio all'altro. Sebbene questi accordi, su cui a breve torneremo entrando nello specifico, non dovettero sanare quei territori dalla pestilenza del banditismo, è assolutamente imprescindibile rimarcare in questa sede, quella che fu la straordinaria capacità del commissario-poeta di allacciare intese con Stati che da sempre avevano coltivato l'ambizioso progetto di entrare in possesso della Garfagnana (ci si ricordi da ultimo dell'assalto fiorentino del 1521) e che avrebbero avuto tutto l'interesse ad esasperare il clima sociale in quella regione, facendo in modo che la popolazione, afflitta dalla mannaia del banditismo, giungesse ad esautorare il rappresentante estense.

Fatta questa premessa, utile ad aggiungere un altro tassello al profilo dell'Ariosto "politico", ripercorriamo ora le varie tappe che portarono il poeta a stabilire convenzioni con Lucca e con Firenze.