Lavoratori Senior e trasferimento delle competenze: il caso ''CPL Concordia''
Un approccio globale all'invecchiamento della società
Come già menzionato nel primo paragrafo, il problema dell'innalzamento del tasso di occupazione è stato posto a livello europeo nell'ambito della strategia di Lisbona del 2000 e l'obiettivo ambizioso definito in quel momento consisteva nell'elaborazione di un quadro di azione incentrato sull'interdipendenza della dimensione economica e delle dimensioni sociale e occupazionale. Grazie all'intervento congiunto in questi tre grandi aree si doveva sviluppare un piano efficace per far fronte alle sfide della globalizzazione dei mercati e incentivare lo sviluppo dell'occupazione, delle riforme economiche e della coesione sociale, nel contesto di un'economia innovativa basata sulla conoscenza.
Partendo da queste premesse, il Consiglio europeo ha indicato per il 2010 l'obiettivo di un tasso occupazionale vicino al 70% e, in particolare di portare il tasso di occupazione femminile a una media superiore al 60%. L'Unione Europea ha poi elaborato alcuni obiettivi specifici relativamente alle politiche per i lavoratori anziani, convenendo sulla necessità di assicurare un'occupazione ad almeno la metà della popolazione tra i 55 e i 64 anni. Sulla base di tali presupposti, una delle sfide per il primo decennio del ventunesimo secolo è stata individuata in un nuovo approccio al mutamento demografico della società europea, fondato, oltre che sull'aumento dell'occupazione, anche sulla riduzione del debito pubblico e sull'adeguamento dei sistemi di protezione sociale, a partire dalle pensioni.
Il Consiglio Europeo di Goteborg ha ribadito l'esigenza di un approccio globale all'invecchiamento della società, ponendo l'accento sull'esigenza di assicurare la sostenibilità finanziaria dei sistemi di protezione sociale, oltre che alla loro capacità di adattarsi a bisogni sociali che sono in continua e rapida evoluzione. Nei successivi consigli europei di Barcellona e Bruxelles è stato dato ampio spazio all'esigenza di ridimensionare sia gli incentivi al pensionamento dei singoli lavoratori, sia il ricorso al prepensionamento da parte delle imprese, nonché di intensificare gli sforzi per accrescere le opportunità per i lavoratori anziani di rimanere sul mercato del lavoro, adottando formule di pensionamento flessibile e graduale e garantendo un accesso effettivo all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Grazie a queste misure si dovrebbe arrivare ad un aumento di circa 5 anni dell'età media effettiva di uscita dal mercato del lavoro nell'Unione Europea.
A livello comunitario è stata inoltre istituita una task force per presidiare sull'incremento dell'offerta di manodopera, in particolare tra gli anziani, le donne, gli immigrati e i giovani e sulla promozione dell'invecchiamento attivo. La task force, presieduta dall'ex primo ministro olandese Wim Kok, ha presentato nel 2004 una relazione intitolata “Occupazione, occupazione, occupazione: creare più posti di lavoro in Europa”, che tra l'altro, ha invitato i Paesi membri ad attuare una politica globale nell'ambito dell'invecchiamento incentrata sui seguenti fattori:
• offrire ai lavoratori degli incentivi perché vadano in pensione più tardi e in modo progressivo, e contemporaneamente ai datori di lavoro perché assumano e mantengano al lavoro i dipendenti anziani, riformando i regimi pensionistici e assicurando un'adeguata contropartita a coloro che decidono di rimanere sul posto di lavoro;
• promuovere l'accesso di tutti alla formazione, in particolare mediante strategie attive di istruzione e di formazione permanente;
• introdurre condizioni di lavoro tali da assecondare la permanenza al lavoro grazie a una maggiore considerazione dei temi della salute e della sicurezza del lavoro e una maggiore flessibilità nell'organizzazione del lavoro.
Nel 2004 la Commissione Europea ha tracciato con una serie di documenti un primo bilancio sulle politiche poste in essere in tema di invecchiamento attivo, ribadendo il punto di vista dell'Unione, secondo il quale, nel contesto economico globale, la crescita dei tassi di partecipazione e di occupazione dei lavoratori anziani è determinante per sfruttare l'intero potenziale dell'offerta di manodopera al fine di sostenere la crescita economica, rafforzare il gettito fiscale e salvaguardare i regimi di protezione sociale, fornendo la garanzia di pensioni che siano ad un livello adeguato per far fronte ai cali previsti nel numero della popolazione attiva.
La Commissione ha però sottolineato come l'Unione faccia fatica a raggiungere gli obiettivi di Stoccolma e di Lisbona, evidenziando quanto, malgrado gli importanti passi in avanti compiuti, la situazione non sia soddisfacente, arrivando a valutare che occorrerebbero altri 7 milioni di posti di lavoro per lavoratori di età compresa tra i 55 e i 64 anni, al fine di raggiungere l'obiettivo del 50% nel 2010, e ancora più allarmante risulterebbe la situazione dell'occupazione femminile.
La relazione del task force riafferma l'importanza di porre l'accento sulla necessità di un mutamento della prospettiva culturale con cui le parti sociali hanno affrontato e affronteranno i temi del pensionamento e della partecipazione degli anziani al mercato del lavoro. Attraverso l'utilizzo della contrattazione collettiva è possibile affrontare in maniera organica una serie di questioni che sono tra loro correlate, come, il riesame della ponderazione dei fattori di anzianità all'interno del quadro salariale, affinché vi sia corrispondenza effettiva tra i livelli di produttività e la resa economica; il miglioramento dell'organizzazione lavorativa, della sicurezza e delle condizioni di lavoro; l'apprendimento continuo, l'abolizione degli incentivi al prepensionamento.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Lavoratori Senior e trasferimento delle competenze: il caso ''CPL Concordia''
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Informazioni tesi
Autore: | Mirko Bollini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale, Management e Professioni |
Relatore: | Giovanni Masino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 151 |
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