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International Manufacturing: una review della letteratura

U-Model

Nella seconda metà del 1977 venne sviluppato presso l’università di Uppsala, in Svezia, il cosiddetto U-Model. Questo modello si basa sulla “teoria comportamentale dell’impresa” (Cyert e March, 1963, citato in Ahokangas, 1998), sulla “teoria della conoscenza e del cambiamento delle organizzazioni” (Penrose, 1959) e sul modello incrementale di internazionalizzazione di Johanson e Vahlne (1975).
La base teorica di questo modello è formata principalmente da due articoli, uno scritto da Johanson e Wiedersheim-Paul (1975) e l’altro da Johanson e Vahlne (1977).
Nell’articolo di Johanson e Wiedersheim-Paul vengono studiate quattro aziende svedesi, giungendo alla conclusione che queste, spesso, sviluppano le loro attività internazionali a piccoli passi, seguendo quello che è il modello incrementale di internazionalizzazione. Johanson e Vahlne (1990) affermano che l’impegno delle aziende in uno specifico Paese si sviluppa secondo una catena consolidata: “all’inizio si realizzano nel mercato attività di export non regolari, successivamente si avviano attività di export attraverso rappresentative indipendenti, in seguito attraverso la vendita tramite società affiliate, ed eventualmente può seguire l’internazionalizzazione della produzione” (Johanson e Vahlne, 1990 - pag. 13).
Johanson e Vahlne (1977) hanno sviluppato un modello dinamico, dove l’internazionalizzazione è vista come “un processo di aumento del coinvolgimento internazionale di un’azienda a seguito di diversi tipi di apprendimento” (Ruzzier et al., 2006). Gli stessi autori, negli anni successivi, hanno rivisto il modello, modificando e migliorando gli argomenti proposti nel 1977. Questo sottolinea come la tesi proposta di Johanson e Vahlne risulti essere ancora molto discussa e dibattuta.
Il punto centrale di questa teoria evidenzia che, al fine di ridurre gli effetti dovuti all’incertezza delle condizioni del mercato estero, i manager impegnati in processi di internazionalizzazione, hanno bisogno di conoscere le condizioni del mercato su cui andranno ad operare. Operando in un determinato mercato, non solo si acquisiscono le informazioni riguardo quel mercato, ma si fonda una sorta di connessione che non permette di utilizzare le risorse che esso può fornire in maniera diversa da quella già utilizzata. Secondo Hadjikhani, questo fenomeno è definito “intangibile committments” (Hadjikhani, 1997), ossia “coinvolgimento intangibile”.
L’andamento dello sviluppo internazionale di un’azienda, secondo l’U-Model, è di tipo incrementale e dipende direttamente dall’incertezza del mercato; questo “incrementalismo” può identificare un processo di apprendimento alla cui base c’è quello che viene definito “l’imparare facendo” (Lindblom, 1959; Quinn, 1980).
Secondo quanto detto, maggiore è la conoscenza di un mercato estero, minore è la percezione del rischio associato a nuovi investimenti in quel mercato; questo fa sì che un’azienda decida di aumentare il livello di internazionalizzazione solamente quando “la percezione del rischio si riduce al di sotto di una determinata soglia di tollerabilità” (Johanson & Vahlne, 1977).
Johanson e Vahlne (1977) considerano il processo di internazionalizzazione come il risultato delle modifiche di un ambiente in costante evoluzione e dei cambiamenti all'interno dell’azienda. Uno degli scopi principali di questo modello, è stato quello di spiegare in che modo l'organizzazione aziendale apprende e sviluppa le conoscenze necessarie per le sue attività internazionali.

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International Manufacturing: una review della letteratura

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Fabris
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria gestionale
  Relatore: Alberto Felice De Toni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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