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Internet, social network e propaganda politica: il caso delle Primavere Arabe

Twitter

A seguito della constatazione dell’importanza dell’inglese, non solo nel panorama digitale in genere, ma in particolare in merito al fenomeno Twitter e dopo l’appena conclusa digressione sulla scarsa rappresentatività dei maggiori corpora dell’inglese in tal senso, il lettore dovrebbe avere il background necessario per dare uno sguardo più approfondito al fenomeno Twitter. Seguirà pertanto una breve descrizione del social network e della relativa utenza, nonché una breve analisi della rivoluzione che l’avvento del cosiddetto Twitter Factor ha rappresentato per il panorama giornalistico mondiale.

Breve descrizione e tipologia dell’utenza
Twitter è un un network, una “rete di informazioni in tempo reale che ti connette alle ultime storie, idee, opinioni e notizie su ciò che trovi interessante”. Si tratta di un servizio di microblogging, che permette agli utenti registrati di inviare brevi aggiornamenti del proprio status (massimo 140 caratteri) a tutti gli utenti appartenenti alla propria rete. Il social network è stato creato da una start-up di sole dieci persone, con base a San Francisco, nell’ottobre 2006. In quello che è stato forse il primo studio sistematico riguardante Twitter venivano identificate tre tipologie di utenti:

· fonti di informazioni, pubblicano notizie ed hanno un amplio numero di follower, queste fonti possono essere account personali come anche servizi automatici;
· amici, è una vasta categoria che riguarda la maggior parte degli utenti, includendo familiari, colleghi, ma anche sconosciuti nella vita reale;
· cercatori di informazioni, sono utenti che usano il social network come fonte di informazione e ricerca per reperire notizie che interessano loro. Raramente condividono contenuti, generalmente si limitano a seguire altri utenti.

Sempre nello studio di Java sono state altresì identificate le principali intenzioni degli utenti di Twitter: daily chatter, conversations, sharing information/URLs, reporting news. Ma Twitter sta diventando molto di più: è dell’8 gennaio 2013 l’annuncio di Twitter della sua nuova funzionalità di ricerca (https://engineering.twitter.com/2013/01/improving-twitter-searchwith-real-time.html) che gli permetterà di diventare un vero contenitore di breaking news. In questo senso il nuovo Twitter non è più una minaccia alla leadership di Facebook, ponendosi bensì in concorrenza a piattaforme del calibro di Google News.

Nuova informazione: il “Twitter Factor”
“Ero ancora nel mio ufficio nel centro della città quando, attraverso i miei contatti Twitter e Facebook, ho avuto la notizia che molte persone avevano preso d’assalto il quartier generale della Sicurezza Nazionale a Nasr City. On line c’erano già le prime cronache, le prime immagini e i primi video, io ero ancora a circa un’ora di auto da quella storia. Mi è venuto naturale chiedermi: ha senso che ci vada anch’io? E quel dubbio mi ha costretto a pensare attentamente quale potesse essere il contributo particolare di un giornalista professionista a quella narrazione, che già stava prendendo forma anche senza di me.”

L’appena citato racconto di Ayman Mohyeldin, corrispondente dal Cairo di Al Jazeera English, esemplifica egregiamente l’impatto traumatico del cambiamento che ha investito il panorama informativo (II.9 e II.10): dal CNN Effect al Twitter Factor. Dal 1991, in pieno clima post guerra fredda, il legame tra televisioni satellitari e politica internazionale si è fatto sempre più stretto: durante le crisi di Somalia, Bosnia, Rwanda e Kosovo si è speculato molto sul ruolo di quello che Robinson ha definito CNN Effect, definendolo un fattore realmente determinante nelle relazioni internazionali.

Lo spazio di simbolica interazione che definisce ciò che accade nell’arena internazionale, negli ultimi venti anni è stato dunque scosso da due terremoti: dalle tv satellitari prima e dai social media in seguito.204 Due dimensioni che non devono essere viste in un rapporto conflittuale, bensì in un sistema di cooperazione e compensazione. “Televisione satellitare e internet sono […] due pilastri di tale ambiente, i due elementi dominanti che – tra entusiasmi e resistenze legati non solo a questioni generazionali – guidano le strategie delle comunità professionali che partecipano a tale negoziazione. […] al brusio di fondo della CNN si è aggiunto anche il cinguettio degli aggiornamenti di Twitter […]”

Dal paradosso dello spettatore totale, in cui i giornalisti stessi diventano semplici spettatori degli eventi, a quello che Valeriani definisce paradosso dello spettatore preveggente, per cui c’è il “rischio” che attraverso blog e social media, il pubblico produca, condivida o semplicemente si imbatta in un’informazione che ritiene rilevante prima ancora che i giornalisti ne vengano a conoscenza. Come altresì sostenuto da MacKinnon 208 e Jenkins 209 l’audience si trasforma in una comunità informativa. La comunità informativa del citizen journalism, di cui Jay Rosen, professore alla New York University, offre la seguente definizione: “When the people formerly known as the audience employ the press tools they have in their possession to inform one another, that’s citizen journalism.”

Nonostante le molte voci di giornalisti professionisti, indignati all’udire definire il gioco di un ragazzino come un atto di giornalismo vero e proprio, bisogna riconoscere i contributi del citizen journalism e del blogging, nonché il fatto indiscutibile che il Web 2.0 offre al giornalismo in crisi strumenti per relazionarsi in maniera nuova alle fonti e al pubblico in quanto comunità informativa in grado di svolgere un ruolo attivo nei processi di produzione della notizie. Come nel caso di The Stream, una parte di pubblico smette di essere semplicemente pubblico e diventa non solo fonte ma addirittura producer. Molto spesso si pensa a questi mezzi come ad un modo per dare maggiori strumenti ad ogni singolo utente: mezzi per cui tutti coloro che fino al giorno primo erano semplici spettatori, possono trasformarsi in autori e reporter. Ma questa non è che una faccia della medaglia.

I nuovi media offrono un ampio ventaglio di nuove possibilità anche al giornalismo stesso. Esemplare è il live blog di Al Jazeera English, diviso in vari “sotto-blog” di riferimento per i diversi Paesi e caratterizzato da una grande eterogeneità dei contributi, come recita lo stesso Egypt Live Blog “We bring you the latest news from our correspondents and other sources inside Egypt and across the region.” L’utilizzo del crowdsourcing, ovvero l’utilizzo della gente come fonte per il lavoro giornalistico è sempre più diffuso. Caso esemplare è quello dei giornalisti occidentali che nel 2009 si occuparono della vicende iraniane: interessante notare come molti di essi abbiano aperto un account Twitter proprio nei giorni degli scontri e non abbiano mai realmente utilizzato la piattaforma (utenti cercatori di informazioni).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Internet, social network e propaganda politica: il caso delle Primavere Arabe

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Morabito
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Elana Ochse
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 170

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