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Orgogliosi di essere rom: il caso di una cultura che ha messo ai margini la psicopatologia

Trauma e cultura

Nei precedenti paragrafi, l’interesse di definire il trauma in rapporto alla personalità e al suo sviluppo psicopatologico, ha potuto realizzarsi solo mediante i contributi della psichiatria e della psicologia e non senza apprezzare il valore aggiunto dalla riflessione psicoanalitica. In questa sede, vorrei tuttavia proporre all’attenzione un’ulteriore modalità con cui può stabilirsi la relazione trauma-individuo e che chiama direttamente in causa la cultura. Si tratta di riconoscere che un termine mediano interceda in un rapporto storicamente consolidato, e di considerare gli effetti di questa interposizione. Sebbene quest’ambito di ricerca resti ancora per la maggior parte inesplorato, (fortunatamente non totalmente a smentita della mia convinzione originaria al punto che, mi ero premurata di dover presentare la relazione trauma cultura come un’ipotesi, piuttosto che assumerla come un dato, temendo per la debolezza scientifica del mio lavoro), credo che siano proprio i suoi spazi vergini a renderlo così desiderabile, e che in generale la nostra attenzione per la sofferenza umana debba spingersi sino ai luoghi più impensabili, perché ovunque il suo significato può essere svelato. Il primo passo è quello di abbandonare, almeno per il momento, qualunque forma specifica il trauma utilizzi per rendersi pensabile; significa cioè sottrarlo da spazi di comprensione settoriali, come possono esserlo i manuali diagnostici o tutte le aree di discussione con un’esplicita caratterizzazione disciplinare. Si tratta di rinunciare a qualunque definizione disincarnata e riconoscere sin da subito la sofferenza come un universale della condizione umana; qualcosa di talmente connaturato da influenzarne il destino dell’uomo sino alla morte. Freud doveva averlo capito con ampio anticipo quando nel teorizzare Il disagio della civiltà scriveva che in fondo “le nostre possibilità di essere felici sono limitate dalla nostra costituzione. Provare infelicità è assai meno difficile”. Freud è stato oltretutto lungimirante a postulare con la scoperta della pulsione di morte l’esistenza di una tendenza universale che induce l’umanità intera alla devastazione e alla distruzione, e che organizza sotto la sua spinta le attività del male.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Orgogliosi di essere rom: il caso di una cultura che ha messo ai margini la psicopatologia

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Informazioni tesi

  Autore: Giada Falco
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Psicologia
  Relatore: Francesco Comelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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