Attività motoria in acqua per il trattamento della rachialgia
Trattamento della rachialgia attraverso l’idrokinesi
L’impiego dell’idrokinesi per il trattamento dei dolori riferiti al rachide ha rivoluzionato il modo di affrontare questa situazione particolarmente diffusa tra la popolazione mondiale.
In passato il percorso in acqua veniva visto come qualcosa che fosse utile solo a soggetti in età avanzata: ad oggi, però, molti giovani, tra atleti e no, ne stanno scoprendo gli effetti positivi, avvicinandosi sempre con maggior entusiasmo a questo approccio.
Nel particolare caso delle rachialgie, essendo proprio una condizione che può riguardare chiunque, l’aumento di afflusso nelle piscine per usufruire dei loro vantaggi è stato significativo.
Quando il dolore alla schiena si presenta, qualsiasi sia la sua causa, la prima sensazione da contrastare è quella dell’irrigidimento della muscolatura, con conseguentemente dolore e limitazione dei movimenti.
L’utilizzo del lavoro in acqua entra quindi in gioco per cercare di ridurre al minimo il deficit e prevenire l’insorgenza di recidive che renderebbero l’algia di carattere cronico, causando quindi molti più disagi della normale patologia acuta.
Oltre tutto ciò, si interviene per consentire l’allineamento cranio-sacrale, ovvero della colonna vertebrale nell’insieme, fornendo chance maggiori di perseguire una postura che possa essere considerata corretta, sebbene non esistano dei parametri precisi per determinare questo.
Il coinvolgimento articolare nel dolore al rachide è inevitabile, data la presenza di dinamiche tali da poter immaginare la colonna vertebrale come una catena composta da molti anelli: nel momento in cui vi è una disfunzione in uno di questi, la mobilità sarà compromessa.
Il movimento in acqua permette di rafforzarla, migliorandone la stabilità, grazie anche al lavoro svolto sulle strutture accessorie che agiscono indirettamente sulla solidità della schiena e del corpo intero.
A secco, il peso, i punti di appoggio e il fulcro dei movimenti, rappresentano i principali fattori che condizionano continuamente l’esercizio e costringono a scelte unidirezionali di movimenti e posture, senza poter eseguire delle variazioni che risulterebbero anche più efficaci; in acqua ciò non accade in acqua, dove non vi sono divieti ed esclusioni, solo molteplici possibilità di gesti che combinano diversi piani di lavoro.
Proprio perseguendo questo concetto di corpo in generale, è possibile coinvolgere in determinate fasi della seduta gli arti superiori e inferiori, con gli annessi complessi articolari quali spalla e bacino.
Tutto questo permette di alleviare la pressione esercitata a livello dei dischi intervertebrali, strutture abbondantemente sollecitate durante la maggior parte delle posture assunte e dei gesti quotidiani, al fine di regalare la ricercata sensazione di benessere e l’allungamento della catena cinetica posteriore, elementi chiave per l’agevolazione dei trattamenti successivi.
Le posizioni di lavoro maggiormente adottate in galleggiamento sono due:
* Posizione supina (Fig. 4)
* Posizione prona (Fig. 5)
Il galleggiamento supino risulta essere adatto per apprendere la capacità di lasciarsi cullare dall’acqua, cercando di limitare tutti i movimenti che possano determinare posture antalgiche; inoltre, permette di effettuare tutte le manovre di mobilità passiva o indotta, e delle leggere trazioni.
Nel galleggiamento prono è possibile ottenere un’ideale distensione della colonna, accompagnata da stabilità e la possibilità di vedere l’acqua, da non sottovalutare quando il soggetto ha poca acquaticità.
Bisogna ricordare sempre che tutti i benefici ottenuti durante l’immersione devono essere trasferiti anche sulla terra ferma, lavorando sulla stabilizzazione della colonna anche in chiave dinamica per prepararsi ad affrontare il carico di lavoro maggiore che si prospetta fuori dalla vasca.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Attività motoria in acqua per il trattamento della rachialgia
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Informazioni tesi
Autore: | Roberta Pappalardo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze motorie L22 |
Relatore: | Salvatore Nania |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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