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Proposta di un modello di sviluppo sostenibile mediante l’utilizzo della metodologia LCA: il caso della Repubblica Democratica del Congo

Trasporti

Se gli Stati Uniti vogliono risparmiare molto petrolio e denaro e aumentare la sicurezza nazionale, dovrebbero smettere di guidare auto che consumano molto.
Amory B. Lovins

Il settore de trasporti riveste un ruolo fondamentale nella vita moderna e questo si riflette nel suo grande consumo di energia. Circa il 25% dell’energia utilizzata nel mondo serve ai trasporti, con una frazione di emissione di gas serra all’incirca delle stesse proporzioni. Di queste emissioni la CO2 rappresenta circa il 97% e il resto è dovuto a NO2 e in proporzione minima CH4. Questo dipende dal fatto che la principale fonte di potenza meccanica per il trasporto sono i motori a combustione interna alimentati da carburanti di origine fossile, ed in particolare derivati del petrolio.
Le emissioni dei gas serra sono così elevate perché gran parte dei trasporti ha luogo su strada: la mobilità su strada presenta indubbi vantaggi come la flessibilità temporale, ma bisogna considerare anche gli svantaggi come l’eccessivo peso dei veicoli in rapporto alle persone o alle merci da trasportare, il che comporta un notevole dispendio di energia, e a ciò si aggiungono le basse efficienze dei motori a combustione interna, specie in condizioni di traffico e altri aspetti che possono contribuire a ridurne l’efficienza. Per questo motivo si pensa che per ridurre la domanda di energia nel settore dei trasporti e quindi le emissioni di gas serra, la soluzione sia il cambio di modalità, cioè potenziare il trasporto pubblico e trasferire una notevole frazione di trasporti dalla strada alla ferrovia o all’acqua.
In effetti l’elaborazione di strategie nel settore dei trasporti non è un argomento semplice, poiché tale settore vede coinvolti un gran numero di partecipanti e qualsiasi misura volta a contrastarne gli effetti negativi deve comunque tener conto delle richieste di mobilità e di libertà personale, specie in relazione all’uso delle autovetture private: un’enorme sfida nel processo decisionale è proprio giocata dal ruolo dell’individuo. Le auto non sono solo un mezzo di trasporto, ma rappresentano stili di vita, libertà, status sociali, modelli di ruolo e strumenti di auto-affermazione dei proprietari. Questi sono i fattori che spesso influenzano la scelta del veicolo, più che il prezzo, il consumo di carburante o le emissioni inquinanti. Il più delle volte è proprio il ruolo sociale delle auto a ostacolare politiche razionali di trasporto.
Un semplice modello concettuale descrive le emissioni di gas serra dal settore dei trasporti con l’aiuto di pochi parametri di base. Il modello è conosciuto come decomposizione “ASIF”, la cui struttura può essere rappresentata dalla seguente equazione:
emissioni di gas serra= Σi A*Si*Ii*Fi,j
Dove:
A= attività di trasporto (activity) misurata in passeggeri*km (o tonnellate*km);
Si= Struttura modale (structure), cioè la frazione di ogni singola attività per modo di trasporto;
Ii= l’intensità energetica modale (intensity), indica il consumo specifico di energia per il trasporto passeggeri o merci e unità di distanza in ciascuna modalità;
Fi,j= tasso di emissione (fuel), lega le enissioni di gas serra all’energia consumata.
Gli indici i (modo di trasporto) e j (tipo di combustibile) dicono che la struttura modale e l’intensità energetica devono essere calcolate separatamente e addizionate per tutte le modalità di trasporto.
Da tale relazione ne consegue che per ridurre le emissioni totali del settore dei trasporti è necessario agire su ciascuno dei fattori.
La riduzione dell’attività complessiva A è difficile da realizzarsi poiché significa viaggiare di meno o trasportare meno merci o trasportarle per distanze più brevi. Questo può essere percepito come qualcosa che va contro aspettative ben radicate: è difficile accettare limitazioni alla libertà di movimento mentre allo stesso tempo viene percepito un miglioramento economico.
Un cambiamento nella struttura modale S, ovvero il passaggio a mezzi di trasporto con minore intensità energetica e ridotte emissioni specifiche di carbonio, molto probabilmente è l’opzione più realistica. Esempi possono essere l'utilizzo più frequente dei trasporti pubblici al posto di quelli privati e un maggiore uso di treni alimentati ad elettricità invece di auto e mezzi pesanti alimentati con combustibili fossili.
La riduzione nell’intensità energetica modale I, significa consumare meno energia. Questo richiede miglioramenti tecnologici nei veicoli (trasporto di più passeggeri*km o merci per veicolo*km) o anche migliorare le condizioni di traffico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Proposta di un modello di sviluppo sostenibile mediante l’utilizzo della metodologia LCA: il caso della Repubblica Democratica del Congo

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Informazioni tesi

  Autore: Sefora Inzaghi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze Ambientali
  Relatore: Paolo  Neri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 306

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Parole chiave

lca
lyfe cycle assessment
modello di sviluppo a basso impatto ambientale
repubblica democratica del congo
sobrietà
sviluppo locale
sviluppo sostenibile

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