Il transfer pricing interno: analogie e criticità rispetto alla disciplina del transfer pricing internazionale
Transfer pricing e il problema delle doppie imposizioni
L'applicazione del principio di libera concorrenza, correlato alla determinazione di congrui prezzi di trasferimento, come criterio per valutare la congruità fiscale delle operazioni poste in essere all'interno di un gruppo multinazionale è suscettibile di far emergere, a seguito dell'attività di controllo delle Amministrazioni dei singoli Paesi, un aumento di materia imponibile in un certo Stato cui dovrebbe corrispondere, simmetricamente, una diminuzione della materia imponibile nell'altro stato.
In proposito si osserva che l'attenzione dei singoli Paesi si è concentrata sull'introduzione di norme interne atte a contrastare lo spostamento di reddito imponibile verso un Paese diverso, senza tuttavia, preoccuparsi dell'effetto sperequativo della doppia imposizione economica quale conseguenza di una eventuale rettifica. Ciò accade tutte le volte in cui i maggiori ricavi o i minori i costi accertati in capo all'impresa residente non trovano corrispondenza, rispettivamente, in maggiori costi deducibili per la controparte o in minori componenti positivi di reddito tassabili in capo alla stessa. Ciascuno Stato si è posto il problema di controllare le transazioni che avvengono tra soggetti non indipendenti , per verificare che non sia lesa la propria potestà impositiva. Tuttavia vi è il rischio che il medesimo reddito possa essere tassato più volte ove non siano coerenti i criteri per determinare la localizzazione dei profitti tra i vari Paesi. Per prevenire i conflitti, gli stati, perciò hanno interesse ad accordarsi sui comuni principi di localizzazione dei redditi. Il principale strumento utilizzabile dai gruppi societari multinazionali per neutralizzare questa doppia imposizione economica derivante da una rettifica dei prezzi di trasferimento consiste sostanzialmente nel ricorso alle "procedure amichevoli" previste dai Trattati bilaterali. Dette procedure amichevoli, tuttavia, pur prevedendo un possibile aggiustamento34 della tassazione degli utili dell'impresa ubicata nel secondo Stato, in misura tendenzialmente corrispondente alla rettifica effettuata nei confronti dell'impresa associata ubicata nel primo Stato, non impongono alle Amministrazioni di addivenire, entro termini ragionevoli, alla soluzione del problema ed inoltre la procedura si svolge generalmente senza che il contribuente possa esercitare una efficace azione di difesa dei propri interessi. Senza contare, poi, la comprensibile ritrosia dello Stato ad operare una rettifica in meno dell'imponibile del contribuente, a seguito di un comportamento ritenuto non legittimo da altra autorità fiscale. In ambito comunitario dal 1990 è in vigore una specifica Convenzione che prevede, per gli Stati membri dell'Unione Europea, una speciale procedura amichevole ed una eventuale procedura arbitrale.
Nell'ambito della procedura amichevole si prevede che il contribuente che ritenga che le misure adottate da uno o entrambi gli Stati contraenti determino o possano determinare una doppia imposizione, ha il diritto di rivolgersi allo stato di cui è residente entro un determinato termine, che nella maggioranza dei casi è di 2 anni. Tale termine decorre dalla data in cui è avvenuta la prima notifica della misura che costituisce causa anche solo potenziale della doppia imposizione da transfer pricing.
L'attivazione della procedura, per la quale non si prevedono particolari forme, fa sì che lo Stato destinatario dell'istanza debba verificare se sussistano o meno i presupposti perché esso stesso, sulla base degli strumenti predisposti dalla legge nazionale, possa risolvere la situazione di conflitto.
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Informazioni tesi
Autore: | Egidio Lupo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Consulenza Giuridica per le imprese |
Relatore: | Marco Versiglioni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 159 |
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