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Teorie e pratica della traduzione per l'infanzia. Proposta di traduzione di ''Was denkt die Maus am Donnerstag?'' di Josef Guggenmos

Tradurre o non tradurre, questo é il problema

Tradurre é impossibile. Sono diverse le teorie e molti i letterati a sostegno di questo “catastrofico” assunto. Già Dante nel Convivio scrive:

E però sappia ciascuno che nulla cosa, per legame musaico armonizzata, si può della sua loquela in altra trasmutare, senza rompere tutta sua dolcezza e armonia (Dante, 1307, cit. in Pocar, 2013)

Della stessa opinione é Goethe, che nel suo resoconto di Viaggio in Italia, inserisce questa constatazione:

Intraducibili sono le particolarità di ogni lingua: infatti dalla parola più sublime alla più umile, tutto si riferisce a tratti caratteristici della rispettiva nazione. (Goethe, 1816, cit. in Pocar, 2013)

Spingendo alle estreme conseguenze la tesi negazionista, si arriva a considerazioni come quella di Ortega, secondo il quale la stessa lingua umana é inesatta, poiché può rendere soltanto una parte del nostro pensiero. Riflettere su queste considerazioni é indispensabile, ma non si può allo stesso modo fare a meno di pensare che la traduzione esiste da tempi immemorabili e che gli stessi sostenitori della teoria dell’intraducibilità si sono cimentati, spesso con magnifici risultati, nell’operation travisante: Goethe ha tradotto La Vita di Cellini, Il Cinque maggio di Manzoni, e dal francese Il Nipote di Rameau di Diderot. Dante ci ha lasciato alcune delle migliori traduzioni di Virgilio, mentre l’altro nostro illustre propugnatore dell’intraducibilità, Benedetto Croce, non può far a meno di riconoscere il grande contribuito dato dalle traduzioni all’evoluzione culturale dei popoli (oltre che tentare la traduzione di alcune poesie di Goethe). Persino Ortega mentre afferma che la traduzione é impossibile, ribadisce la necessità di cimentarvisi. (cfr. Pocar, 2013)
Ma in che cosa consiste, o meglio a che cosa é dovuta questa presunta intraducibilità?

Essa é anzitutto chiaramente connessa alle problematiche poste dall’equivalenza. Il già citato Catford ha esposto due tipi di intraducibilità: un tipo linguistico che si verifica quando determinate caratteristiche sintattiche o lessicali della lingua di partenza non hanno sostituti nella lingua di arrivo, e un tipo dovuto invece a differenze culturali, decisamente più problematico del primo. Anche Anton Popovic distingue due tipi di intraducibilità, uno linguistico e l’altro maggiormente legato a fattori quali cultura e contesto; la sua prospettiva é però più ampia rispetto a quella di Catford, poiché egli non considera lingua e cultura come due aspetti completamente disgiunti e non sottovaluta la natura dinamica del linguaggio: dal momento che la cultura é dinamica, anche la lingua attraverso la quale questa cultura é formulata deve essere dinamica. (cfr. Bassnett, 1993: 51-55)
La problematica dell’intraducibilità é da sempre collegata con maggiore frequenza alla composizione poetica, che indubbiamente presenta difficoltà aggiuntive rispetto alla traduzione letteraria, in primo luogo per il ruolo fondamentale che vi giocano gli elementi extralinguistici.

Nello scritto L’intraducibilità della rievocazione, Croce afferma che l’impossibilità della traduzione è la realtà stessa della poesia nella sua creazione e nella sua ricreazione (Croce, 1993: 215) e che le traduzioni di poesia non possano in nessun caso rendere la “romantica” essenza del testo poetico originale. Queste asserzioni riflettono la classica contrapposizione tra traduzioni “belle” ma “infedeli” e traduzioni “brutte” ma “fedeli”. Sono tuttavia numerosi coloro che rifiutano queste tradizionali categorizzazioni, e dalla loro parte credo di essermi implicitamente schierata nella mia proposta di traduzione del testo di Guggenmos. Octavio Paz in “Traduzione: Letteratura e Letteralità”, sostiene che ogni traduzione implica una trasformazione del testo originale e costituisce quindi un testo unico. Considerato anche che molti dei più riusciti poemi della lingua occidentale sono traduzioni, non ha senso parlare di intraducibilità della poesia. Servendosi delle parole di Valéry, Paz afferma che L’ideale della traduzione poetica […] consiste nel produrre, con mezzi differenti, effetti analoghi (1995: 294). Se la scelta dei mezzi é libera, altrettanto libero non é dunque l’effetto da conseguire, ovvero la realizzazione di un’opera simile, anche se non identica, a quella originale. Come affermato da Eco, La traduzione non avviene tra sistemi linguistici, bensì tra testi. (Eco, 2012: 37) Il traduttore può e deve servirsi del contesto per scegliere, tra più alternative, quella più efficace.

Forse l’intero processo traduttivo é il risultato di una scommessa:

Interpretare significa fare una scommessa sul senso di un testo. Questo senso - che
un traduttore può decidere di individuare - non sta celato in qualche iperuranio, né e palesato in modo vincolante dalla Manifestazione Lineare. E’ solo il risultato di
una serie di inferenze che possono essere condivise o meno da altri lettori. […]
Senza dubbio c’é l’intera storia di una cultura ad assistere il traduttore nel fare le
sue scommesse […] tuttavia ogni interpretazione rimane una scommessa
. (Eco, 2012: 154)

Di fronte all’impossibilità di dire la stessa cosa, la sfida sta nel riuscire a dire quasi la stessa cosa, negoziando i limiti del quasi in questione in un processo traduttivo che può appunto essere definito di negoziazione, poiché impone di rinunciare ad alcuni elementi per privilegiarne altri. La parte fondamentale nel processo traduttivo spetta quindi all’intuizione creativa del traduttore-interprete.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Teorie e pratica della traduzione per l'infanzia. Proposta di traduzione di ''Was denkt die Maus am Donnerstag?'' di Josef Guggenmos

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Remedios Belia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Mediazione linguistica per le Relazioni Internazionali
  Relatore: Emmanuela Meiwes
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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