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Il giornalismo locale online fiorentino: professioni, strumenti, pubblici e modelli

The content is the King

Bill Gates, fondatore di Microsoft, nel 1996 affermava "Content is the king", il contenuto è re.

Il magnate americano pensava che il web avrebbe dato la possibilità di far produrre enormi guadagni grazie alla pratica del digital content management (Puliafito, 2019). Questo è diventato realtà e infatti società colossi come Netflix, Google, Facebook, Amazon sono riusciti ad investire nei contenuti digitali e ad avere un enorme successo. Insomma, con il Web la gestione dei e la creazione di contenuti è diventata una pratica fondamentale, indifferentemente dalla qualità del contenuto. Sempre Bill Gatesnel suo scritto del 1996, per quanto riguarda l'informazione e quindi il giornalismo, "teorizzava la possibilità di far pagare pochi centesimi per contenuti informativi, in modo da continuare ad attrarre sulle proprie pagine masse di persone sufficientemente ampie da non scoraggiare gli investimenti pubblicitari" (Puliafito, 2019, pp. 52-53).

Dunque, già prevedeva che il giornalismo, e l'informazione in generale, saranno coloro che avranno più benefici dall'avvento dei contenuti digitali. Infine, è opportuno dare anche una definizione di contenuto digitale e a riguardo possiamo riprendere quella scritta da Alberto Puliafito: "Sono tutti i tipi di contenuti – cioè informazioni e esperienze rivolte a un destinatario finale – che possono esistere sotto forma di dati digitali – cioè rappresentati attraverso numeri binari di 0 e 1." (Puliafito, 2019, p. 53). Grazie alla possibilità di creare contenuti digitali i siti di informazione si sono potuti rinnovare da un punto di vista estetico ma anche da un punto di vista di qualità del contenuto, la possibilità di inserire più testi con immagini, video, link o altri materiali multimediali. Non ci sono limiti, se non quello della fantasia produttiva. Proprio per questo motivo viviamo in un periodo storico nel quale siamo ogni secondo bombardati da tutti i tipi di contenuti possibili, definito come information overload o semplicemente sovraccarico informativo (Sorrentino & Bianda, 2017).

Gli utenti, immersi da un numero così elevato di informazioni, non sono in grado di elaborare bene le informazioni e difendersi dai contenuti fuorvianti. Si sta avviando un processo che assimila il contenuto informativo digitale con il concetto di commodity. Nel campo economico le commodity sono quei prodotti che con un basso costo di produzione sono ottenuti in massa, lo stesso vale per l'informazione al tempo di internet. Dunque, sono quelle informazioni che hanno un'altissima domanda e che si legano spesso anche al concetto di infotainment. Questa domanda è dovuta anche al fatto che oggi per condividere un contenuto basta davvero poco. Una buona connessione internet con un cellulare, un computer o un tablet permette di fare molte attività online in poco tempo. Le commodity possono essere anche definite come notizie non notizie (Puliafito, 2019) che spesso si trovano nelle colonne destre dei siti informativi e che non trovano tante differenze qualitative tra le varie redazione, anzi c'è una forte omologazione.

Questa è la motivazione concreta per la quale molti affermano che il giornalismo sta finendo, ma è in questo contesto tanto complicato che il giornalista deve fare la differenza. Infatti, secondo Puliafito il giornalista non deve "reperire la notizie ma usarla per produrre altre sostanze" (Puliafito, 2019, p. 59), e con sostanze si intende il valore aggiunto che si può dare alle notizie se si "uniscono i puntini", cercando di spiegare il contesto e cercando di creare conoscenza.

Ad esempio, il New York Times negli ultimi anni ha puntato molto di più sul pagamento dell'informazione, ovviamente di qualità, da parte dell'utente piuttosto che autofinanziarsi con varie forme di advertising. I contenuti devono avere alcune caratteristiche precise, devono essere rilevanti, devono fare riferimento ad un preciso contesto con precisi attori, devono essere impattanti per la propria comunità. Questi contenuti, indipendentemente da chi li produce, devono essere in qualche modo localizzabili e distribuiti in contenitori virtuali, ovvero i siti internet.
I contenuti non si "vendono" da soli nella rete, anche essi hanno bisogno di negozi virtuali nei quali potersi diffondere nel migliore dei modi. Il sito è la risposta più banale poiché oggi già i social network sono considerati tali. Ma dietro la costruzione di un sito di informazioni ci sono tantissime componenti da considerare.

Innanzitutto, è essenziale scegliere e creare un dominio, puntando su un termine chiave riguardante la mission del proprio progetto editoriali oppure semplicemente del proprio marchio. Ovviamente servirà fare anche un investimento per trovare uno spazio web adeguato e tra questi possiamo trovare WordPress. WordPress è un servizio CMS, ovvero di Content Management System, che è utilizzato dai maggior siti nel mondo, circa il 25,8%. Questo è uno strumento online, molto semplice da utilizzare anche per non esperti informatici, e si adatta anche a chi non conosce il linguaggio di programmazione Html. Al proprio interno esiste una community che si confronta e risponde a richieste di chiarimenti sul funzionamento dei tantissimi plugin, alcuni prodotti dalla stessa comunità, con i quali è possibile rendere più moderno il proprio sito. Dopo averlo costruito, deve essere assolutamente riempito di contenuti.

Esistono due tipi: il post semplice e il post evoluto (Mazzocco, 2014). Il Post semplice è quell'articolo che risponde alla logica delle 5 W (Who, What, Where, When, Why) e vale sia per gli articoli cartacei ma anche quelli digitali. Il digitale però deve seguire anche gli algoritmi del web per potersi auto promuovere efficacemente all'interno delle SERP. Ecco il motivo per cui, accanto alle 5 W dobbiamo aggiungere la S che sta per SEO e Social Network, argomenti che saranno approfonditi nei capitoli successivi. In breve negli articoli online è molto importante l'utilizzo delle parole chiave, o keywords. Un esempio pratico tratto dal libro di Davide Mazzocco (Mazzocco, 2014), riguarda il titolo di un eventuale articolo che dovrebbe trattare della modifica del sistema contributivo da parte del Governo italiano. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il giornalismo locale online fiorentino: professioni, strumenti, pubblici e modelli

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Informazioni tesi

  Autore: Duccio Ristori
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Strategie della comunicazione pubblica e politica
  Relatore: Carlo Sorrentino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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