Correlazione tra funzione masticatoria e cognitiva nel paziente post-ictus: considerazioni clinico-riabilitative dall'analisi di dati sperimentali

Secondo una metanalisi di Walker et al. (2004), una elevata percentuale di pazienti post ictus presentano difficoltà nelle attività ricreative, incidendo su aspetti emotivi e routine, le quali divengono più sedentarie, come passare una intera giornata a guardare la TV.
Risulta, dunque, importante implementare nella riabilitazione terapie che promuovano l'educazione nello sviluppo delle abilità ricreative e del tempo libero.

Secondo le linee guida di Hebert et al. (2016), in questo contesto le terapie di gruppo sono stimolanti.

Nella valutazione e nel trattamento multidisciplinare del paziente post ictus è importante la figura del terapista occupazionale (Gresham GE et al., 1995).
Questo professionista, attraverso colloqui con il paziente e il care giver e con test standardizzati, valuta le ADL, ovvero le attività di vita quotidiane, i ruoli precedentemente ricoperti dal soggetto e i compiti svolti in relazione ad essi (Tenille J. et al., 2008).

Vengono osservate:
• le azioni di cura di sé, come fare la doccia, vestirsi, andare in bagno, pettinarsi e mangiare;
• attività domestiche, come cucinare, fare il bucato;
• azioni con l'uso di strumenti, come la gestione dei soldi, l'assunzione dei farmaci.

Tra i test standardizzati annoveriamo la Functional Independence Measure (FIM), il Modified Barthel Index (MBI), la valutazione delle abilità motorie e processuali (AMPS), la valutazione di competenze e risorse quotidiane (ALSAR).

Attraverso l'osservazione e la valutazione delle limitazioni e del livello di assistenza necessario in ciascuna di queste aree, considerate le conseguenze motorie, sensoriali, cognitive e/o percettive dell'ictus, il terapista individua gli interventi e gli obiettivi riabilitativi più appropriati (Tenille J. et al., 2008).