Il tempo, il doppio e i media nel cinema di Christopher Nolan
Tempo sfuggente
Oltre alla frammentazione narrativa e al relativismo temporale, l'interesse di Nolan verso la dimensione cronologica si manifesta anche in un altro modo, forse più sottile rispetto agli altri.
Tempus fugit, dice il proverbio, “il tempo vola”. E infatti è un'entità sfuggente, che scivola dalle mani con facilità. Un fiume che scorre ininterrottamente, senza fermarsi mai. Questo Nolan lo sa, tanto che nelle sue opere pone spesso l'accento su tale aspetto. Non è raro vedere i suoi personaggi in lotta contro un tempo che pare inesorabile, che fluisce come una condanna, che sembra non bastare mai, che è sempre sul punto di scadere (frequenti sono i conti alla rovescia) o diventa un ostacolo al raggiungimento di un obiettivo.
Già in Doodlebug è presente questa ansia nei confronti del tempo che passa. Il protagonista del corto, infatti, alterna la caccia all'insetto con il guardare ossessivamente l'orologio, come se avesse le ore contate. L'impressione è che voglia schiacciare l'animale prima dello scadere del tempo, che nel suo caso coinciderebbe con la propria morte.
Nei lungometraggi la faccenda si fa ancora più evidente. In Memento, Leonard è intrappolato in un'esistenza che riparte ciclicamente, “un dispositivo che si spegne e accende ogni dieci minuti”. Ciò vuol dire che vive costantemente nell'affanno di riuscire a segnare, su un foglio o sul retro di una polaroid, un'informazione appena acquisita prima che il tempo a disposizione termini, resettandogli la memoria e facendolo ricominciare da capo. La già citata scena in cui Natalie spinge con l'inganno il protagonista a uccidere Dodd mette bene in mostra l'importanza di questa lotta contro i minuti. Dopo essere stata picchiata da Leonard, la donna sorride, dice: «Torno subito», dopodiché esce di casa e attende in auto qualche istante, con sguardo impassibile. All'interno l'uomo si affretta il più possibile a cercare una penna per scrivere quello che è successo, ma Natalie le ha accuratamente fatte sparire tutte. Continua a ripetersi nella testa di non dimenticare, ma alla fine il tempo scade e tutto riparte. Natalie entra di nuovo nell'appartamento ed è pronta per manipolare Leonard.
Qualcosa di simile avviene anche nella trilogia del Cavaliere Oscuro. I tre film della saga abbondano di momenti in cui Batman è costretto ad affrontare una corsa contro il tempo per sventare una qualche minaccia o salvare qualcuno. Nel primo film, per esempio, si trova a dover aiutare la sua amica d'infanzia Rachel (Katie Holmes) che, avvelenata dal gas allucinogeno dello Spaventapassseri (Cillian Murphy), ha pochi minuti di vita a disposizione. L'eroe, dopo aver ingaggiato un lungo e spettacolare inseguimento con la polizia a bordo della Batmobile, riesce a portare la donna nella Batcaverna e ad iniettarle l'antidoto prima che sia troppo tardi. Una situazione analoga è presente ne Il Cavaliere Oscuro, dove Rachel (interpretata stavolta da Maggie Gyllenhaal) viene rapita dagli uomini di Joker e legata in un magazzino pieno di barili di benzina, pronti a esplodere non appena un timer raggiunge lo zero; Batman è così nuovamente costretto ad intraprendere una lotta disperata contro il tempo per salvarla. Nolan costruisce una sequenza tesa e concitata, grazie anche a un abile utilizzo del montaggio alternato che rimanda al cinema di David Wark Griffith. In questo caso tuttavia non vi è alcun salvataggio all'ultimo minuto: imbrogliato dal clown del crimine, l'eroe viene mandato a un indirizzo differente, mentre da un'altra parte della città Rachel muore.
Il climax stesso di tutti e tre i film prevede una corsa contro il tempo per la salvezza di Gotham. Nella parte finale del primo film, Batman deve fermare (o meglio, far deragliare) una monorotaia con a bordo un dispositivo per vaporizzare l'acqua (e le tossine dello Spaventapasseri disciolte in essa) prima che arrivi alla Wayne Tower: se fallisse, una reazione a catena causerebbe l'avvelenamento di tutta la città. Nel seguito, Joker tiene in ostaggio due traghetti, minacciando di farli esplodere entrambi a meno che le persone a bordo di uno non facciano saltare in aria l'altro; l'obiettivo dell'Uomo Pipistrello è sconfiggere il criminale prima dello scoccare dell'ora limite, fissata a mezzanotte. Di nuovo, Nolan rende la sequenza più serrata facendo largo uso del montaggio alternato, organizzato “con una serie di raccordi interni (i due detonatori, i due capitani, i due schieramenti)”. Ma è Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno a portare alle estreme conseguenze questo meccanismo. Tutto il terzo atto è incentrato sui tentativi, da parte di Batman e dei suoi alleati, prima di disinnescare, poi di portare fuori città una bomba nucleare in procinto di esplodere: il film si chiude quindi con un effettivo countdown, di grande impatto per quanto “ricalcato sui modi di un routinario disaster movie”.
Il conto alla rovescia è un elemento che ricorre prepotentemente pure in Inception. La presenza di una temporalità asincrona rende infatti quanto mai necessario per i protagonisti trovare un modo per sincronizzare le rispettive azioni nei vari livelli di sogno. Ciò riguarda in particolare il “calcio”, quella sensazione di caduta che fa svegliare di colpo, che i sognatori provocano per uscire dal mondo onirico in caso di necessità. Durante l'innesto di Fisher, sempre per via del sedativo, il gruppo ha bisogno di produrne uno per ogni sogno ad un momento preciso per poter risalire fino al piano della realtà. Per creare questo potente “calcio” sincronizzato, viene utilizzato un conto alla rovescia musicale, costituito dalla canzone Non, je ne regrette rien di Édith Piaf, che risuona distorta all'interno dei vari livelli onirici. Il primo tentativo (Yusuf che abbatte il guardrail del ponte con il furgone) però fallisce, costringendo il team a una nuova corsa contro il tempo per completare l'operazione prima del secondo “calcio”, ovvero quando il veicolo colpirà l'acqua. Nolan organizza il raccordo tra i tre livelli attraverso “un imponente e fluviale montaggio parallelo”, che si fa sempre più concitato man mano che il tempo passa.
Infine, tutto Interstellar è di fatto una corsa contro il tempo. Dopotutto il film parte dalla premessa che la Terra ha le ore contate ed è necessario trovare un altro pianeta il prima possibile. Ma anche all'interno di questa cornice è possibile trovare situazioni in cui i protagonisti devono lottare contro il tic-tac dell'orologio. Anzi, proprio per via della relatività, qui più che nelle pellicole precedenti il tempo è uno spietato antagonista. Lo scoprono a loro spese Cooper e Amelia quando scendono sul pianeta Miller. Nonostante il loro tentativo di completare la missione in fretta, il tempo fluisce incessante su quel mondo d'acqua, per di più dilatato rispetto a quello della Terra, che è molto più veloce. E la colonna sonora di Hans Zimmer non fa che ricordarlo, con un ticchettio costante ogni secondo e mezzo circa: l'equivalente, in proporzione, di un giorno sul nostro pianeta.
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Il tempo, il doppio e i media nel cinema di Christopher Nolan
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Ferrari |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Studi umanistici |
Corso: | Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale |
Relatore: | Matteo Pollone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 126 |
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