Parchi e sviluppo locale - L'area del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese
Temi chiave per lo sviluppo delle aree rurali
Da quanto detto si può intuire come non possa esistere un "piano standard" per lo sviluppo locale che indichi quali azioni attuare in un'area rurale. Ciò è dovuto alla diversità dei territori che necessitano di piani su misura. Un'interessante descrizione di questo concetto di "diversità" è contenuta in un articolo di Marjorie Juoen (2000) che riporteremo in sintesi qui di seguito.
Viaggiando attraverso il mondo rurale europeo se ne può apprezzare la sua grande eterogeneità. Alle diversità delle caratteristiche fisiche e demografiche del territorio si accompagna un'altrettanto varia situazione per le attività economiche, per le produzioni agricole e per le difficoltà e le opportunità delle diverse aree. Nonostante queste marcate differenze, si possono comunque riscontrare delle analogie tra diverse regioni. "Lo sviluppo rurale, infatti, non è casuale: esso perpetua un dialogo ancestrale tra gli uomini e la natura. Esso rispecchia il modo in cui sono stati superati gli ostacoli naturali o sono state sfruttate le ricchezze locali. Testimonia a volte l'esistenza di uno slancio politico correttivo o emancipatore, che ha permesso agli abitanti di liberarsi da quanto era precedentemente dato per scontato." Di fronte ad uno scenario così variegato le politiche europee non possono che essere estremamente flessibili in modo da adattarsi di volta in volta alla specifica situazione. A partire dagli anni '90 è cambiata l'ottica con cui si guarda alle aree rurali; se fino a quel momento venivano considerate l'emblema dell'arretratezza, oggi vengono guardate con interesse per le numerose dimostrazioni di dinamicità ed innovazione e per il nuovo valore che viene assegnato a quelle caratteristiche che una volta costituivano i punti deboli delle aree rurali, ma che oggi rappresentano delle grandi opportunità.
In sintesi possiamo distinguere due visioni per il futuro delle aree rurali. La prima ipotesi sostiene e promuove una capacità autonoma di rinascita del mondo rurale tramite strumenti contrattuali, come avviene in Francia e in Svezia. Spesso, questa visione coincide con una strategia maggiormente rivolta all'interno del territorio, incentrata sulla qualità della vita e la formazione della popolazione, il coinvolgimento degli operatori locali e la creazione di posti di lavoro per i disoccupati. Questa visione si riscontra di frequente in Danimarca, in Belgio, nelle regioni del nord Italia e in Lussemburgo. La seconda ipotesi è invece maggiormente orientata all'esterno della zona e punta piuttosto ad "importare" nella zona elementi di modernità, pur non trascurando l'importanza di coinvolgere la popolazione e gli operatori rurali. Questa visione si concretizza in programmi di sviluppo economico per le attività terziarie (turismo, patrimonio culturale, tecnologie dell'informazione) o primarie (agricoltura, industria agro.alimentare, pesca), nel miglioramento della qualità e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e artigianali. Essa contraddistingue le regioni essenzialmente agricole della Spagna (Murcia, Andalusia, Galizia, Castiglia.La Mancha, Asturie), il Mezzogiorno in Italia o le regioni artiche della Finlandia.
Queste differenze rispecchiano la realtà culturale e sociale delle regioni. In effetti, anche se l'invecchiamento demografico colpisce la quasi totalità delle zone rurali, i problemi si pongono in modo diverso in funzione dell'esatta composizione della popolazione: in alcuni casi gli agricoltori sono dediti alla pluri.attività, come ad esempio in Austria e in Lussemburgo; in altri, gli agricoltori sono altamente qualificati, come in Danimarca, in Belgio, in Picardia e in Alsazia; talvolta invece questa categoria della popolazione è particolarmente svantaggiata, come nell'Alentejo (Portogallo), in Galizia (Spagna), in Puglia (Italia) o nell'Epiro (Grecia) (Marjorie Jouen, 2000).
Nel nostro caso la visione che ci interessa è senza dubbio la seconda, infatti ci troviamo nel Mezzogiorno d'Italia, e le caratteristiche del territorio richiedono un'impostazione di questo tipo.
I campi in cui intervenire sono quindi: turismo, patrimonio culturale, tecnologie dell'informazione, agricoltura (e silvicoltura), industria agro.alimentare, pesca.
Come evidenziato in precedenza, uno dei principi di base per lo sviluppo rurale è la multisettorialità, quindi non si può pensare di intervenire in modo separato su ognuno di questi temi; l'azione deve essere pertanto integrata ed interessare contemporaneamente tutti gli operatori. Una metodologia per operare in questa direzione è quella della costituzione dei "temi catalizzatori".
Questo brano è tratto dalla tesi:
Parchi e sviluppo locale - L'area del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni De Nicola |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economiche per l'ambiente e la cultura |
Relatore: | Tommaso Luzzati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 149 |
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