Cambio di gioco. Un nuovo modo di raccontare il calcio
Telecronaca - regia: un binomio di ferro
Come ribadito più volte nel corso della tesi, l'esito positivo di una telecronaca è frutto del duro lavoro di squadra tra i diversi protagonisti incaricati alla produzione del racconto di una partita di calcio. Fra tutti spiccano il telecronista e il regista, che rispettivamente, attraverso la comunicazione orale e la comunicazione attraverso le immagini, riescono a creare una vera e propria narrazione. Spesso la bravura del regista può fare azzardare un paragone, ovvero la produzione registica di una partita sembra sempre più simile alla produzione registica di un film. Telecronaca e regia si completano. Il telecronista deve avere ben chiare le esigenze propriamente giornalistiche del programma e deve farsi guidare da criteri giornalistici e non da altro. Non del proprio narcisismo professionale che ha come scopo un virtuosismo tecnico fine a se stesso. Lo scopo primario deve essere quello di informare attraverso le immagini. Il telecronista quindi si attende un racconto per immagini costruito con gli stessi obiettivi della sua telecronaca e con gli stessi criteri professionali. Così il regista nutre la legittima aspettativa che le immagini che offre vengono colte e utilizzate al meglio dal telecronista che, attraverso il suo stile strettamente personale, completa la produzione della narrazione dell'evento. Ovviamente il ruolo del regista si è modificato ed evoluto nel tempo. Lo certifica la visione delle immagini proposte al telespettatore durante un incontro di calcio. Adesso è necessaria una certa interpretazione da parte di chi guarda la partita da casa. Il regista e il telecronista non prendono più per mano lo spettatore perché adesso quest'ultimo possiede gli strumenti necessari per interpretare determinati sviluppi di gioco senza l'aiuto del racconto tautologico del telecronista, così come avveniva parecchi anni fa.
Riprendendo l'idea di Aldo Grasso possiamo dunque sottolineare il fatto che il racconto del calcio si modifica anche in rapporto al ruolo del telespettatore che adesso è diventato di primo piano e certamente più cosciente e abile nella percezione e interpretazione dell'evento. Non esiste più lo spettatore spaesato e ciò consente un racconto più innovativo sia a livello linguistico che tecnico. La ripresa televisiva offre un prodotto e una fruizione diversa e per molti versi più accattivante in quanto, oggi, il linguaggio delle telecamere, consente di osservare con possibilità nuove rispetto al passato: vedere l'atleta in primo piano, seguirlo nel gesto atletico attraverso effetti prima non realizzabili, partecipare alla sua reazione, a quella dei compagni, degli avversari, del pubblico presente nello stadio che oggi diventa parte integrante del racconto di una partita, situazione che prima non accadeva e non si pensava neanche lontanamente. Questo è il moderno racconto per immagini, il risultato del lavoro coordinato di operatori, tecnici, mixer video, mixer audio, addetti ai replay, grafici e regista.
Lo spazio e il tempo sono i due parametri su cui si imposta la ripresa dell'avvenimento sportivo. L'inquadratura interpreta lo spazio mentre la successione delle inquadrature realizza il tempo dell'evento. Possiamo dire che la ripresa televisiva si occupa della fenomenologia dell'evento, ovvero dell'evento come fenomeno visibile che si realizza nello spazio fisico e nel tempo reale. Le immagini possono solo far vedere ciò che appare ma non ciò che significa. Il resto è compito del telecronista e del telespettatore e della loro capacità di interpretazione. Il regista si occupa della fenomenologia dell'evento e non dell'ontologia. Dell'atleta è possibile coglierne le tensioni, seguire lo sguardo dell'avversario, vedere una lacrima o un'espressione di gioia. Il primo atto operativo del regista per dare il via al racconto è il posizionamento delle telecamere nel campo di gioco, strategia essenziale per la costruzione delle sequenze. Posizionare le telecamere secondo determinati criteri costituisce l'architettura stessa del linguaggio. Le innovazioni a livello visivo, quindi la novità dello zoom, del replay, delle radio camere o della grafica, modificano profondamente il linguaggio e rivoluzionano i parametri di spazio e tempo. Il racconto diventa più frenetico e scorrevole grazie a queste innovazioni che incidono fortemente nel ritmo della partita. Il tempo reale della partita, oggi, è invaso dal tempo virtuale del ralenty, del replay che interferisce nel linguaggio utilizzato dal telecronista, annullando di conseguenza pause e tempi morti. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Cambio di gioco. Un nuovo modo di raccontare il calcio
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Informazioni tesi
Autore: | Nunzio Alessandro Bellomonte |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Giornalismo e comunicazione d'azienda |
Relatore: | Sandro Volpe |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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