Al servizio del Granduca: l'epica e lo spettacolo delle armi

Questo capitolo intende indagare sulle potenziali implicazioni fra l'epica fiorentina dipinta e la teatralità insita nel contesto culturale seicentesco. È dunque possibile rileggere la Liberata e il Furioso dipinti, individuando i momenti nei quali l'affetto poetico s'innesta nell'immagine? È possibile capire cosa viene trasportato dai poemi alle opere figurative che lo hanno interpretato? Sulla linea degli "affetti", con i quali si indicano tutti quei moti che scaturiscono dall'animo, per trasformarsi in immagine e iconografia delle passioni, deviando poi il percorso su un'analisi più teatrale, è interessante indagare la produzione pittorica influenzata e ispirata ai poemi epici in ambito fiorentino. Si deve iniziare raccogliendo il materiale che va a comporre la maggior parte dell'apparato iconografico di questo lavoro, ed in seguito porsi la seguente domanda: è possibile asserire che l'iconografia rintracciata, celebrativa di potenza, ma anche monito nei confronti delle passioni, possa essere, allo stesso tempo, cifra di teatralità, che rimane pur sempre un "discutibile concetto"? E che cosa si intende per teatralità nella grande produzione fiorentina di opere ispirate all'epica? O meglio, ci sono effettivamente tracce di teatro, segni che riconducano alla pratica teatrale, oppure solo tracce di gestualità caratteristica del teatro fino all'Ottocento e ritratto in molteplici manuali e trattati per attori? Il concetto di teatralità si estende, infatti, non solo ai più palesi elementi, che in opera figurativa si possono rintracciare, ma "vi sono anche soggetti che si collocano nella sfera d'indagine dell'iconografia teatrale in quanto riflessi di una possibile teatralità che va a insinuarsi in contesti figurativi non direttamente riferibili al teatro in quanto tale". È, quindi, possibile affermare che la retorica teatrale abbia saputo insinuarsi in ogni ambito della vita pubblica, nell'oratoria, nella politica, ma particolarmente nella pittura, che come il teatro è l'arte della visione, dell'immagine, l'arte del senso della vista. A meno che non si individuino fonti che accertino il legame fra un'opera pittorica e un suo corrispettivo teatrale – indagine che necessiterebbe di un apporto di documenti e testimonianze dirette –, non è da ritenere attualmente corretto far combaciare i dipinti che seguono con rappresentazioni vere e proprie, cioè metterli in diretto contatto con il teatro "agito", ma sarà, allo stesso modo, possibile ipotizzare una reciproca influenza fra arti diverse. Si procederà quindi ad esaminare quei dipinti, che per segni palesi o per semplici particolari sembrino appartenere alla categoria "teatralità", anche se essi non hanno una stretta parentela con il teatro, ma da questo sono stati influenzati.