Toccare con gli occhi. Analisi delle variazioni percettive tattili e visive in un'esplorazione reale e virtuale
Tatto e memoria
La memoria è ciò che ci permette di fare “nostro” il mondo esterno. Essa influenza la maggior parte delle decisioni che prendiamo nella vita.
Senza memorie saremmo quindi imprigionati in un eterno presente (Corkin, 1984).
Quando si parla di “memoria tattile” ci si riferisce alla memoria che si crea e si sviluppa a partire da stimolazioni tattili sia attive (aptiche) che passive (Gibson, 1962).
Tra tutte le memorie che possediamo, quelle di natura tattile sicuramente giocano un ruolo di primaria importanza nelle nostre attività quotidiane, anche se il più delle volte questo accade inconsapevolmente.
Il cervello umano infatti necessita di un sistema di memoria complesso e articolato per riuscire ad eseguire le attività giornaliere associate alla memorizzazione e al recupero di informazioni tattili.
Numerosi sono gli studi empirici condotti sullo studio dei meccanismi di funzionamento e delle limitazioni riguardanti questo tipo di memoria.
L'interesse manifesto per l'argomento ha portato alla luce ulteriori interessanti approfondimenti: le limitazioni cognitive che caratterizzano l'elaborazione di stimoli tattili risultano essere maggiori rispetto a quelle che intervengono nell'elaborazione di stimoli visivi e uditivi (Gallace, 2007).
Il recupero di informazioni archiviate in memoria, al di là del tipo di ricordo da ravvivare, dipende da innumerevoli fattori, tra cui, il più importante riguarda l'esperienza passata dell'individuo tenuto a ricordare e la quantità e qualità delle informazioni già archiviate e processate dal suo cervello (Norman, 1968).
Anche le specifiche e particolari condizioni nelle quali vengono presentati gli stimoli (esempio: presentazione seriale/parallela; esplorazione attiva/stimolazione passiva) influenzano la quantità di informazioni acquisite e il modo in cui tali informazioni vengono processate e ricordate (Millar, 1999).
Da alcune ricerche è infatti emerso che le informazioni tattili immagazzinate in memoria sono tanto più di facile recupero quanto più la condizione in cui sono state presentate presupponeva una loro esplorazione attiva da parte del soggetto. Informazioni provenienti da esplorazioni tattili passive risultano essere ricordate con minor precisione (Gibson, 1962). Inoltre i ricordi tattili risultano essere maggiormente rievocabili se sono legati ad oggetti conosciuti e caratterizzati da forme definite (Kilgour & Lederman, 2002).
In uguale misura, incidono sulla memoria tattile diversi altri fattori come la durata del contatto tattile con l'oggetto, la zona del corpo con la quale è avvenuto tale contatto, il materiale di cui è costituito l'oggetto ecc…
Quando si parla di memoria tattile è importante tuttavia distinguere tra la memoria riguardante le proprietà micro-geometriche degli stimoli (esempio: caratteristiche strutturali dell'oggetto), la memoria circa le proprietà macro-strutturali degli stimoli (esempio: informazioni riguardo alla misura dell'oggetto) e, infine, la memoria inerente alle qualità spaziali di questi ultimi (esempio: informazioni riguardo alla localizzazione dell'oggetto nello spazio).
Ciascuna di esse viene processata in regioni cerebrali distinte (O'Sullivan et al., 1994).
Ne consegue che i networks neurali coinvolti nella fase iniziale di elaborazione sensoriale degli stimoli tattili sono i medesimi che si attivano nella successiva fase di archivio di tali stimoli nel cervello, come era già stato dimostrato per la memoria visiva (McClelland et al., 2003).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Toccare con gli occhi. Analisi delle variazioni percettive tattili e visive in un'esplorazione reale e virtuale
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Lazzati |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Maria Rita Ciceri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 117 |
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