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Sostenibilità e destinazioni turistiche: quali sfide?

Sviluppo sostenibile: il concetto applicato al turismo

È importante precisare che solo negli ultimi decenni l’uomo si è effettivamente reso conto che il turismo può causare inquinamento e degrado ambientale e sociale.
Infatti, fino agli anni Sessanta, il turismo era considerato una “smokeless industry” (ovvero un’industria senza ciminiere), in grado di generare ricchezza pulita.

Oggi, invece, si ha una consapevolezza maggiore relativa ai rischi ambientali che potrebbe causare uno sviluppo non controllato del turismo.
A tal proposito, il Rapporto 2008 dell’Organizzazione mondiale del turismo e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNWTO – UNEP, 2008) fornisce una serie di calcoli molto dettagliati sull’impatto delle attività turistiche in termini di inquinamento e di produzione di CO2, e mostra come circa il 2-3% delle emissioni totali dipenda dal mezzo di trasporto.
Un secondo tipo di danno da turismo è legato ai suoi eccessi, ad es. relativi a un’eccessiva quantità di turisti all’interno di una determinata località, nonché al tipo di turismo stesso.
Esistono, poi, anche i danni legati a comportamenti individuali sbagliati (ad es. gettare cartacce in mare o a sfregiare un’opera d’arte), e a comportamenti definiti come “contingentemente sbagliati”, per via del contesto turistico nel quale si verificano (ad es. le docce fatte dai turisti in un contesto di scarsa ricchezza idrica).
Alla luce di quanto esaminato, appare sempre più necessario programmare uno sviluppo sostenibile del turismo in modo da renderlo un elemento di valorizzazione, in grado di minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente.
L’idea di sviluppo sostenibile nasce agli inizi degli anni Settanta del XX secolo, in seguito allo shock petrolifero del 1973, che rappresentò l’occasione per una delle prime riflessioni sulle fonti rinnovabili e per un ripensamento sulla direzione più generale verso cui indirizzare lo sviluppo.
Tale espressione trovò, poi, una formulazione più precisa nel Rapporto Brundtland, un documento elaborato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU, che si focalizzava sull’esigenza di un uso equo delle risorse disponibili, ponendo l’attenzione su questioni di giustizia intergenerazionale e su quelli che sono noti come “diritti delle generazioni future”.
È bene tenere a mente che, contrariamente a quanto affermato in precedenza, orientarsi verso un turismo sostenibile non significa necessariamente condannare il turismo di massa, ma considerare che anche per il turismo esistono dei limiti, che non devono essere superati per il bene delle generazioni future e per la soddisfazione dei loro bisogni.
Tale forma turistica pone alla base del proprio sviluppo un piano mirato a garantire la redditività del territorio in una prospettiva di lungo periodo con obiettivi di compatibilità ecologica, socioculturale ed economica.
Tutto questo comporta inevitabilmente un cambiamento radicale degli atteggiamenti e dei comportamenti da parte di numerosi soggetti: primi tra tutti i turisti, le comunità locali e le imprese turistiche operanti nel territorio, che agiscono simultaneamente sullo stesso facendosi portatori di una molteplicità di interessi, anche tra loro diversi.
Il turismo sostenibile, poi, si intreccia anche con quello responsabile; i principi della sostenibilità, infatti, comprendono ormai anche quelli della responsabilità.
In origine, il turismo responsabile valutava l’impatto etico del turismo sulla popolazione locale e il suo sviluppo economico e sociale, mentre quello sostenibile prendeva in considerazione solo l’impatto del turismo sull’ambiente.
Attualmente, invece, entrambe le tipologie turistiche sono caratterizzate dalla presenza delle cosiddette “tre E”, vale a dire: Economy, Ethics ed Environment, dove economia, etica e ambiente hanno pari considerazione nella mente di chi si muove e di chi ospita persone.

Il concetto di sostenibilità nelle sue diverse forme
È importante precisare che il termine sostenibile assume un’accezione più ampia e complessa se ci si interroga sul fine della sostenibilità.
Per chi deve essere sostenibile il turismo?
Non solo per le generazioni future, ma anche per la comunità locale, l’ecosistema e l’industria turistica stessa.

È possibile fare riferimento a due diverse concezioni di sostenibilità:
- sostenibilità forte;
- sostenibilità debole.


Quando la qualità del prodotto turistico si lega a quella ambientale, si parla di sostenibilità “debole”: tale visione è tipica sostanzialmente dagli stati e dalle organizzazioni internazionali che intendono mantenere significativi i tassi di crescita dell’economia del settore.
Si parla di sostenibilità “forte” quando l’ambiente riveste un ruolo preponderante, anche se si riconosce l’importanza economica del turismo.
Ci sono, poi, anche quelli che abbracciano la tesi di una sostenibilità “molto forte”, reputando come dannose per l’ambiente tutte le tipologie turistiche, e sostenendo che ogni sua forma debba essere interrotta o esclusa in ambienti particolarmente fragili: viene meno sostanzialmente l’esistenza di un turismo sostenibile ed accettata l’ipotesi di un vero e proprio “non turismo”.
Per quanto concerne la sostenibilità debole, che è quella attinente alla tematica qui trattata, va detto che la prima spiegazione del termine viene fornita da Herman Daly nel 1989, il quale la definisce come la possibilità di sostituire il capitale naturale con il capitale prodotto dall'uomo.

La base di partenza è un capitale totale che deve rimanere costante nel tempo al fine di soddisfare il benessere delle generazioni presenti e future: in questo senso, dunque, ogni società può continuare a consumare le risorse naturali presenti sulla terra a patto di compensarne il degrado con l'aumentato valore dell'ambiente artificialmente creato. Obiettivo di questa visione è la generazione del benessere grazie alla crescita economica, e per far fronte ai problemi ambientali generati dalla produzione crescente di beni e servizi ci si affida al progresso tecnologico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sostenibilità e destinazioni turistiche: quali sfide?

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Informazioni tesi

  Autore: Sabrina Di Giacomo Pepe
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Management ed economia
  Corso: Direzione d'impresa, marketing e strategia
  Relatore: Maria Cristina Martinengo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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