Il Mezzogiorno, e la “Questione meridionale” oggi: tra Mafie, Legalità e Terzo Settore
Sviluppo senza autonomia
Quando parliamo di “effetti perversi” delle politiche delle politiche pubbliche facciamo riferimento al fatto che spesso queste politiche hanno contribuito a elevare il reddito ma ha plasmato progressivamente un ambiente sociale sfavorevole allo sviluppo economico autonomo. Guardando gli anni passati, ci si accorge che di fronte alla fragilità della struttura economica del Mezzogiorno, e al manifestarsi di gravi tensioni sociali e politiche, si fece strada l’idea di un intervento pubblico fosse necessario per integrare questa parte rilevante del paese nello sviluppo nazionale.
L’aspetto più noto e visibile di tale azione assunse i caratteri dell’intervento straordinario o speciale: dalla creazione della Cassa per il Mezzogiorno, alla Riforma agraria, alla Localizzazione delle imprese statali. In realtà il Sud, per le sue caratteristiche sociali, si prestava particolarmente alla messa in opera di politiche anche ordinarie di reperimento del consenso attraverso forme di soddisfazione particolaristica degli interessi.
Non vuol dire che, che tutte le politiche meridionalisti-che abbiano avuto un carattere assistenziale e scarsamente produttivo. Soprattutto alcuni interventi iniziali infrastrutturali hanno prodotto anche effetti positivi. Così come la politica di incentivazione industriale, avviata alla fine degli anni ’50, ha contribuito ad allargare le basi industriali.
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Il Mezzogiorno, e la “Questione meridionale” oggi: tra Mafie, Legalità e Terzo Settore
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Informazioni tesi
Autore: | Angela Carbone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Scienze Sociali |
Corso: | Management delle Politiche e dei Servizi Sociali |
Relatore: | Antonello Canzano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 205 |
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