Il caso clinico di Valentina. L'Araba Fenice che rinasce dalle proprie ceneri
Sviluppo dell’identità e strutturarsi dell’Io'' la visione Post-Razionalista
Il bambino costruisce un rudimentale senso di sé (“Io”) organizzando la conoscenza della realtà intorno allo schema di riferimento secondo cui la limitazione del proprio comportamento esploratorio è intrinsecamente necessaria per il mantenimento di una vicinanza con la figura d’attaccamento (“se rimarrò vicino a mamma e papà loro mi ameranno”). Tale limitazione viene perpetuata da parte dei genitori in maniera indiretta tanto che dal bambino viene vissuta naturalmente inerente all’amore e all’attenzione che riceve; in caso contrario il bambino sarà probabilmente più propenso ad avanzare comportamenti oppositivi e disapprovanti verso le strategie educative imposte. Il “bambino fobico”, invece di poter crescere e maturare attraverso la continua oscillazione tra vicinanza e separazione dalle figure d’accudimento, viene intrappolato in un’oscillazione antitetica tra polarità mutuamente opposte, nel senso che l’una esclude quasi necessariamente l’altra. Vittorio Guidano spiega così tale dilemma emozionale:
Da un lato, il riverbero di scene concernenti la limitazione della tendenza innata a esplorare autonomamente l’ambiente si riflette in un bisogno di libertà e indipendenza, che necessariamente un eccessivo allontanamento dalla protezione delle uniche persone attendibili con il rischio di trovarsi in balia della propria fragilità e debolezza; dall’altro, la percezione di un mondo ostile e minaccioso comporta un bisogno esasperato di protezione, che si riflette nella continua ricerca di una stretta prossimità fisica alle figure di attaccamento, il che implica altrettanto necessariamente una continua conferma del senso penoso di costrizione e limitazione della propria autonomia… (Guidano, 1988).
Con il procedere dello sviluppo gli schemi emotivi si definiscono e specificano gradualmente entro scene nucleari, acquisendo maggior stabilità e ordine, fino a dar forma ad un senso di sé sempre più contraddittorio e inconciliabile; il fanciullo infatti vive se stesso come amato e accettato, grazie alle cure iperprotettive che continuamente riceve, ma allo stesso tempo incapace e debole nei tentativi di autonoma scoperta del mondo, tentativi sperimentati con panico e paura. Sempre nella fanciullezza, il soggetto fobico trova una certa coerenza e tollerabilità della discrepanza del sé grazie all’attiva ricerca di stati intermedi quali il senso penoso di minaccia alla propria incolumità in situazioni di solitudine o, in altro modo, il senso altrettanto penoso di costrizione relativo alle percezioni di limitazione della propria libertà. Con lo stesso fine di ottenere un equilibrio dinamico nella processualità del Sé si strutturando meccanismi di esclusione selettiva delle informazioni attivanti il bisogno di libertà da un lato, e la formazione di attività diverse atte a mantenere la vicinanza con le figure di accudimento dall’altro. Sulla stessa linea nell’interfaccia “Io/Me”, esperienza/spiegazione, si organizzano complessi ed elaborati meccanismi di autoinganno capaci di re-interpretare l’informazione emotiva nei termini dei modelli espliciti di sé e del mondo in via di formazione. Al culmine dell’itinerario evolutivo “l’adolescente fobico” sarà caratterizzato come un soggetto che adotta un rigido autocontrollo su di un mondo interno contraddittorio e convulso, un soggetto con scarsa capacità di decodificazione cognitiva dell’esperienza emotiva, tale per cui questa dimensione emotiva rimarrà prevalentemente incanalata mediante percezioni, meccanismi mnestico-immaginativi e schemi motori. Il bisogno di libertà, il bisogno di protezione (nella loro continua oscillazione polare) e il bisogno di autocontrollo, si cristallizzano nella paura (di morire, di impazzire, di perdere il controllo, ecc.) che diventa così il nucleo emotivo caratteristico “dell’organizzazione di significato di tipo fobico”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il caso clinico di Valentina. L'Araba Fenice che rinasce dalle proprie ceneri
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Informazioni tesi
Autore: | Antonello Canneva |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | psicoterapia |
Anno: | 2022 |
Docente/Relatore: | Gennaro Scione |
Istituito da: | ARPCI scuola di psicoterapia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 96 |
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