Il riscaldamento muscolare nelle attività subacquee

Dopo aver fatto riferimento, nel capitolo precedente (vedi cap.1), al riscaldamento muscolare nei suoi aspetti generali, ci proponiamo in questo secondo capitolo di focalizzarci più dettagliatamente sui benefici che possono derivare da tale pratica qualora venga introdotta all'interno della didattica di insegnamento delle attività subacquee.

Per tale scopo usufruiremo dell'esperienza ricavata frequentando il corso di formazione alla pratica subacquea inerente al livello P1 CMAS, tenutosi presso l'interfacoltà S.U.I.S.M di Torino nell' a.a. 2009/2010 dal professor Ezio Torta e dai suoi collaboratori.

Il percorso da noi seguito ha ruotato principalmente intorno al concetto di adattamento, termine questo che evidenzia l'importanza del passaggio graduale del nostro corpo da uno status di riposo ad uno di attivazione ed il suo conseguente adattamento ad un ambiente completamente diverso da quello abituale, quale rappresenta quello subacqueo.

Ci è sembrato dunque necessario condurre uno studio che potesse sensibilizzare sull'importanza dell'introduzione del riscaldamento muscolare, prima dell'immersione, in quanto come abbiamo già introdotto nel § 1.3, anche in questo caso esso si dimostra utile per:

- ridurre i rischi e dunque l'incidenza degli infortuni;
- migliorare il benessere psico-fisico dell'utente, che si avvicina a tale disciplina sportiva, durante lo svolgimento dell'attività;
- un maggior controllo nella gestione delle proprie ansie, che favorisce il mantenimento della calma e della concentrazione;
- ottimizzare la prestazione in termini di consumi d'aria.

Il warm-up deve essere costituito da una serie di esercizi che richiedo per essere svolti una lasso di tempo di almeno 20 minuti (Cometti, G., Ongaro, L., Alberti, G., 2005). È consigliabile inoltre, introdurre questa pratica nella fase immediatamente precedente all'immersione e alla vestizione, al fine di poter usufruire dei suoi benefici psico-fisici durante l'attività.