Analisi delle prestazioni e dei sistemi di depurazione di impianti di termovalorizzazione

Un impianto di termovalorizzazione è costituito da diverse sezione, di seguito sono elencate in ordine le principali.

. Accumulo e stoccaggio: in questa zona i rifiuti vengono stoccati in una fossa con portoni mantenuta in depressione, in modo da non fare uscire cattivi odori;

. Forno: è il vero cuore pulsante dell'impianto, dove avviene l'incenerimento dei rifiuti mediante reazione di ossidazione con l'ossigeno dell'aria, il collegamento tra zona di accumulo e il forno è garantita da una benna la quale gestisce i rifiuti alla frequenza voluta;

. Post-combustione: è una seconda camera di combustione necessaria per ottenere una ossidazione completa dei rifiuti. Secondo la normativa vigente non deve essere forzatamente una zona separata, ma semplicemente una zona a temperatura, tempo di permanenza e turbolenza controllata;

. Recupero energetico: questa zona è la differenza sostanziale tra un impianto di incenerimento ed un termovalorizzatore. I fumi caldi di combustione cedono il loro calore per produrre vapore surriscaldato, il cui contenuto entalpico si trasforma in lavoro alle turbine con conseguente produzione di energia elettrica tramite l'utilizzo di un
alternatore il quale trasforma energia meccanica ottenuto alla turbina in lavoro elettrico. Per spillamento di una parte del vapore prodotto e successiva utilizzazione, si può effettuare un recupero anche di calore;

. Trattamento fumi: i fumi devono essere trattati prima dell'emissione in atmosfera onde evitare di emettere inquinanti nell'aria. Questi interventi riguardano la depolverizzazione (emissione delle ceneri volanti) dei fumi attraverso appositi filtri, l'abbattimento dei gas acidi tramite la somministrazione di basi, degli ossidi di azoto tramite reazione chimica con urea o ammoniaca, rimozione dei micro inquinanti;

. Camino di emissione: è la zona da cui escono i fumi una volta depurati.