Efficienza energetica e quartieri sostenibili. Uno studio sperimentale.
Stress ambientale e comportamenti pro-ambientali
Gli stress ambientali, come ribadito più volte nei paragrafi precedenti, contribuiscono ad incrementare la quantità dell’esperienza individuale di stress ed hanno delle conseguenze a livello cognitivo, emotivo e comportamentale. Recenti contributi hanno esaminato la relazione tra stress ambientale e comportamenti proambientali cercando di comprendere se e in quale modo tali esperienze di stress possano contribuire a trovare soluzioni per i problemi ambientali (Homburg, Stolberg, & Wagner, 2007; Homburg & Stolberg, 2006).
Homburg e colleghi (2006) propongono l’utilizzo di un adattamento della teoria cognitiva dello stress (Lazarus, 1991) per analizzare e spiegare quando e perché lo stress ambientale (come il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale o incidenti e disastri) porti effettivamente al comportamento proambientale. Basandosi sulla teoria cognitiva dello stress sostengono che gli stressor ambientali, mediati da processi di valutazione (valutazione delle richieste e delle risorse), possano attivare strategie di coping focalizzate sul problema, le quali a loro volta possono portare a comportamenti proambientali. Diversi studi hanno dimostrato che i problemi ambientali sono frequentemente valutati come minacciosi o dannosi per il benessere personale e specialmente per la salute personale (vedi ad esempio Lai, Brennan, Chan, & Tao, 2003). Nel modello proposto da Homburg e Stolberg (2006), la valutazione delle richieste (nella forma di valutazione della minaccia e del danno) è vista come una determinante distale del comportamento proambientale (Rogers, 1983, cit. in Homburg & Stolberg, 2006), ovvero viene ritenuta elemento di attivazione di strategie di coping centrate sul problema (es. ricerca di informazioni), le quali possono favorire comportamenti proambientali. La valutazione delle risorse, con particolare riferimento alla self efficacy (Bandura, 1997), riguarda le opzioni di coping e si ritiene possa incentivare il coping centrato sul problema. I risultati di alcuni studi (vedi Iwata, 2002) supportano l’ipotesi che le strategie di coping centrate sul problema siano determinanti del comportamento proambientale.
Homburg e Stolberg suppongono che, in risposta agli stressori ambientali, strategie di coping centrate sul problema preparino e regolino il comportamento proambientale ed in particolare che il coping medi tra non specifiche motivazioni a proteggere l’ambiente (e se stessi) e comportamenti proambientali.
Essi prendono in considerazione diversi comportamenti proambentali che comprendono: l’attivismo ambientale (coinvolgimento attivo in organizzazioni ambientali), il non-attivismo nella sfera pubblica (petizioni sulle questioni ambientali), ambientalismo nella sfera privata (risparmio energia, acquisto di prodotti riciclati), o comportamenti nelle organizzazioni (design dei prodotti) (Stern, 2000). I risultati emersi dagli studi di Homburg e Stolberg mostrano che la teoria cognitiva dello stress da loro adattata offre una buona spiegazione del comportamento proambientale e hanno dato supporto alla loro idea di base che i processi di valutazione attivano strategie di coping centrate sul problema, le quali a loro volta portano a comportamenti proambientali. Homburg e colleghi (2007) in successivi studi empirici oltre ad ottenere ulteriori conferme alle loro ipotesi hanno testato e valicato diverse scale che possono essere usate per progetti di ricerca come per la preparazione e la valutazione di interventi per alleviare lo stress ambientale e favorire i comportamenti proambientali.
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Efficienza energetica e quartieri sostenibili. Uno studio sperimentale.
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Saba |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Laurea magistrale in psicologia dello sviluppo e dei processi socio-lavorativi |
Relatore: | Ferdinando Fornara |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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