Lo shock culturale. Integrarsi in nuove culture. Uno sguardo sul contesto cinese.
Strategie per gestire lo shock culturale degli studenti internazionali
Negli anni ’90 del secolo scorso diversi studiosi avevano cercato di elaborare degli strumenti che facilitassero l’adattamento degli studenti internazionali al nuovo ambiente accademico, riducendo il più possibile lo shock culturale del periodo iniziale.
Tra questi, Mc Kinlay e altri ricercatori, sulle basi della loro ricerca hanno presentato una serie di suggerimenti per le università che ospitano studenti stranieri, come, ad esempio: un’analisi approfondita delle necessità degli studenti internazionali; una rete di supporto in grado di assistere gli studenti per tutta la durata dei loro studi, non solo nel periodo iniziale di orientamento; una minore enfasi sull’integrazione degli studenti, dato che terminati gli studi la maggior parte di loro ritorna a casa, e una maggiore focalizzazione sul mantenimento dei contatti sociali con i propri connazionali e familiari nel corso dell’esperienza all’estero.
In seguito Ward e altri ricercatori hanno individuato delle strategie per favorire l’adattamento che, invece, sono riservate non alle organizzazioni ospitanti, ma ai singoli studenti, basandosi sull’assunto che gli studenti internazionali che hanno maggiori interazioni sociali con gli studenti locali, riescono ad affrontare in modo più efficace lo shock culturale.
Furnham nell’articolo “Education and culture shock” cita il modello elaborato negli anni ’70 dall’autore e Bochner che si focalizza sull’abilità degli studenti internazionali di creare reti di contatti sociali nel paese ospitante, le quali sono classificate in tre categorie:
1) un primo nucleo monoculturale, costituito da un gruppo ristretto di amici connazionali;
2) un seconda rete di contatti biculturale che include gli individui del posto conosciuti nell’università ospitante come gli studenti locali, i professori, i tutor, il personale accademico;
3) una terza rete sociale multiculturale che include nuovi amici e conoscenti con cui condividere il tempo libero.
Per quanto riguarda studi e ricerche più recenti, Zaiontz e Fuggi (2012), in un articolo riguardante lo studio all’estero, hanno presentato la proposta di un culture shock seminar nell’università ospitante per assistere gli studenti nel loro percorso di adattamento culturale.
Lo scopo dei seminari sullo shock culturale sarebbe aumentare la consapevolezza della propria esperienza interculturale negli studenti e aiutarli a riconoscere che il processo di adattamento culturale non è lineare e si può andare incontro a momenti di disorientamento e isolamento sociale che rientrano nel fenomeno del culture shock.
I quattro aspetti psicologici che determinano il processo di adattamento degli studenti da tenere in considerazione sono:
1) le aspettative iniziali (expectations);
2) le percezioni del nuovo ambiente (perceptions)
3) le reazioni emotive come i cambiamenti di umore (emotional reactions);
4) le strategie per un adattamento positivo (coping strategies).
Infine, in seguito al primo incontro in cui sono offerti agli studenti gli strumenti per favorire il loro processo di adattamento, è previsto anche un seminario finale detto “re-entry”, in cui gli studenti analizzano a posteriori la loro esperienza interculturale e le strategie di adattamento culturale apprese prima del loro rientro nel paese di origine.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Lo shock culturale. Integrarsi in nuove culture. Uno sguardo sul contesto cinese.
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Tagliavini |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Gloria Gabbianelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 116 |
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