Brand e consumatori. Politiche di community nell'era digitale
Strategie di community building
Le brand community possono essere classificate in tre categorie: community gestite esclusivamente dai consumatori senza alcun tipo di interferenza da parte del brand. Community create dall'azienda dietro impulso dei clienti. Community nate da un'interazione azienda-cliente.
Parlando delle community create dall'azienda, che sono quelle più diffuse, Michael Hall, docente di marketing in Australia, ha individuato sei punti chiave in base ai quali costruire una brand community di successo.
Punto uno: mutual self-interest is the motivation. Occorre un equilibrio tra gli interessi dell'organizzazione e quelli dei membri della community.
Punto due: communities don’t need permission to start. L'azienda non deve considerare la community come una sua proprietà ma come un valore aggiunto che sia in sintonia con le esigenze, i desideri, il linguaggio e i problemi degli individui.
Punto tre: information is the glue. L'informazione fa da collante tra l'azienda e i membri di una community, occorre quindi pianificare al meglio i contenuti dei messaggi da trasmettere.
Punto quattro: appreciation and contribution provide the outer and inner reward. In una comunità forte non c'é solo uno scambio di interessi ma anche di ricompensa e l'ascolto é lo strumento per farsi apprezzare e migliorare il proprio compenso.
Punto cinque: organisation and regulation should be selfdetermined. Impostare strumenti liberi di conversazione interattiva, senza controllare o moderare eccessivamente il comportamento dei membri.
Punto sei: participation is the oxygen of the community. La partecipazione dei membri é l'ossigeno della community, e va alimentata continuamente attraverso una gestione costante.
Dave Balte, fondatore di una agenzia di buzz marketing a Boston, suggerisce tre caratteristiche fondamentali che un'impresa deve considerare durante la gestione di una community. Focalizzarsi sui bisogni dei consumatori, sensibilizzando gli “adepti” alla condivisione di esperienze, bisogni e brand values. Interagire con i membri, con una brand che deve essere parte attiva del dialogo, fornire anticipazioni, ascoltare pareri e suggerimenti limitandosi a moderare su questioni etiche e legali, favorire opportunità di co-creazione. Infine promuovere una comunicazione orizzontale favorendo il dialogo tra i membri.
Kurt Komaromi, docente di marketing a New York, identifica i principi fondamentali su cui ogni impresa dovrebbe basare la propria pianificazione strategica di una brand community. Product differentiation: basare la community su un prodotto o una marca con dei valori aggiunti in grado di differenziarlo dai competitors e di attirare gruppi di adepti. Brand identity: un'identità unica, forte e riconoscibile é la base su cui costruire una comunità con le stesse caratteristiche. Target market: identificare il target di riferimento e cercare di comprenderlo più che di raggiungerlo solo a scopi commerciali. Opinion leaders: intrattenere relazioni con gli opinion leaders influenti che possono indurre altri individui a sperimentare una marca. Brand experiences: creare esperienze in cui gli individui entrano in contatto a livello emotivo ed emozionale con la marca, innescando associazioni positive e memorabili. Customer dialogue: stabilire una comunicazione bidirezionale che soddisfi le esigenze dell'impresa ma soprattutto dei consumatori. Design aesthetic: focalizzarsi sul design come elemento distintivo e attraente. Corporate personality: nominare un portavoce dei benefici della brand in grado di relazionarsi con i consumatori e di comunicare al meglio la personalità dell'azienda. Underdog mentality: cercare di essere percepiti come un piccolo pesce che combatte il grande squalo aziendale. Caveat emptor: riconoscere che la brand community non è l'unica chiave del successo aziendale, quindi occorre integrare questa strategia con altri piani comunicativi adeguati.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Brand e consumatori. Politiche di community nell'era digitale
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Loredana Padula |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Simonetta Blasi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi