Il ''mestiere'' dell'assistente sociale e la funzione dirigenziale
Storia e Formazione dell’Assistente Sociale
La prima vera attività professionale nel campo dell'assistenza sociale in Italia risale al 1920, quando viene fondato a Milano l'Istituto Italiano di Assistenza Sociale, che occupa nelle aziende le “segretarie sociali”, che avevano un ruolo più che altro burocratico ed educativo.La prima scuola per assistenti sociali, destinata al lavoro nelle fabbriche fu fondata a Roma nel 1928, sotto l'egida del Partito Nazionale Fascista con il finanziamento della Confederazione degli industriali, che ne controllava il funzionamento. I programmi erano estremamente esigui e la preparazione modesta; lo sbocco professionale dell'operatore era negli stabilimenti industriali, impegnato in un lavoro quasi esclusivamente di tipo burocratico. Durante il ventennio in Italia si diplomarono 500 assistenti sociali contro i 10000 dell'Inghilterra, i 7000 della Francia, 6000 del Belgio.
La prima scuola per assistenti sociali è quella di San Gregorio al Celio, che viene costituita a Roma nel 1928, in periodo fascista. Tuttavia la preparazione dell'assistente sociale non è connotata da elementi metodologici specifici sia nell'analisi delle situazioni sia nell'intervento e si rivolge prettamente ai problemi della vita in fabbrica e del mondo del lavoro. L'esperienza interna - quella fascista, appunto - non consente in Italia la diffusione delle esperienze teorico - metodologiche elaborate all'estero. Ne emerge un Servizio Sociale di natura sostitutiva ed autoritaria fondato sull'intervento statale. Tutto questo mentre nel resto di Europa si diffondevano le metodologie statunitensi, grazie anche alla diffusione di testi specifici e le Conferenze internazionali di Servizio Sociale di Parigi (1928) e di Francoforte sul Meno (1932).
Per meglio comprendere come mai e perchè siano sorte in Italia le scuole di Servizio Sociale appena conclusa la seconda guerra mondiale, è utile fare una breve panoramica della situazione italiana di quel periodo.
Al termine del conflitto, gravi problemi disgregavano la vita sociale: la ricostruzione delle città distrutte dai bombardamenti, il ritorno degli sfollati, disoccupazione, miseria, inflazione, disordine pubblico e morale, prostituzione, delinquenza, minori abbandonati, profughi, prigionieri. All'epoca i bisogni sociali sono di tipo primario: il territorio porta i segni delle distruzioni belliche e gli stessi segni sono nelle persone sia a livello fisico che psicologico o anche psichico. Ci sono famiglie spezzate, minori senza famiglia, invalidi di tutte le età, disoccupati, mancanza di una politica organica che sia capace di attrezzarsi per rispondere ai bisogni del singolo come cittadino titolare di diritti e portatore di bisogni individuali e familiari.
In questo periodo il Servizio Sociale ha un ruolo ufficialmente minimale, non politicamente considerato ma che si sta costruendo nella sostanza culturale avvalendosi della esperienza degli Stati Uniti, dotata di una storia di attenzione alla persona e di richiamo della stessa alle proprie responsabilità ed accolta dalle scuole di formazione per gli assistenti sociali in particolar modo per la dimensione teoria/prassi e per i forti riferimenti valoriali che improntano il mandato sociale.
Il Ministero dell'assistenza post bellica fu istituito nel marzo 1945: si trattò di un tentativo, unico nella storia della repubblica, di integrazione e di gestione delle innumerevoli funzioni assistenziali.
Anche se ebbe una vita breve (circa due anni) tale Ministero ebbe una funzione molto importante per il Servizio Sociale. Esso si rendeva interprete della diffusa convinzione che per la ricostruzione economica politica e sociale non bastavano l'improvvisazione, la libera iniziativa, la buona volontà, ma era necessario l'intervento di persone competenti di fronte ai problemi sociali e finanziari.
Tuttavia, in questa grave situazione, varie forze si mobilitavano per la ricostruzione. Molti aiuti arrivavano all'Italia dalle organizzazioni internazionali, tra cui l'UNRRA (United Nations Relief and Rehalibilitation Administration-Organizzazione delle Nazioni Unite per il Soccorso ai territori europei danneggiati dalla guerra). In base all'accordo dei rappresentanti di 44 nazioni, dopo la liberazione dai tedeschi ciascun Paese avrebbe ricevuto aiuti per fronteggiare i bisogni, impedire il diffondersi di malattie, far tornare i profughi, risollevare la produzione agricola e industriale.
L'UNRRA provvedeva a fare arrivare ai governi dei Paesi aiutati i beni essenziali, che questi vendevano alle imprese private col cui ricavato alimentavano speciali fondi. Pertanto, poichè in Italia l'unica scuola per assistenti sociali era quella fascista di San Gregorio al Celio, chiusa nel 1943, si rendeva necessaria la costituzione di nuove scuole per preparare personale ben addestrato e in grado di affrontare i problemi sociali della ricostruzione.
Alla fine del 1945 sorgono per iniziativa privata le prime scuole che formano gli assistenti sociali, non hanno inquadramento giuridico e il titolo che rilasciano non è riconosciuto.
In questo clima di cambiamento, si tiene a Tremezzo il primo Convegno Nazionale di Assistenza Sociale (settembre - ottobre 1946). Vi partecipano i rappresentanti degli enti assistenziali italiani, ma anche lavoratori sociali americani, inglesi, canadesi, svizzeri e francesi, per cui il convegno assume carattere internazionale anche se l'accento è posto sulla situazione italiana. In particolare emergono l'importanza di un'adeguata formazione professionale e l'esigenza di preparazione tecnica per l'esercizio della professione.
Il Convegno di Tremezzo è un'occasione di scambio e di confronto anche tra il personale degli Enti e delle scuole già costituite. Infatti, a Milano e a Roma erano già sorte quasi contemporaneamente due scuole per assistenti sociali. In tale consesso si sottilineò l'efficacia dell'azione dell'assistente sociale, ritenuta centrale nella gestione della “grande opera di risanamento sociale”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il ''mestiere'' dell'assistente sociale e la funzione dirigenziale
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Informazioni tesi
Autore: | Rossella Cortina |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali |
Relatore: | Pietro Barrera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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