Grano saraceno per la valorizzazione del pane fresco per celiaci
Storia della celiachia
La storia della malattia celiaca inizia 10.000 anni fa quando fu introdotta la coltivazione dei cereali nella zona della “Mezza Luna Fertile”(Siria, Israele, Iran, Iraq).
In seguito, tale coltivazione si è estesa anche in Europa.
L’introduzione del grano nell’alimentazione di queste popolazioni, mise in evidenza che una significativa percentuale di soggetti non si adattava a questo tipo di alimento.
Il primo medico che ha segnalato la malattia celiaca nell’adulto è stato Areteo di Cappadocia, nel primo secolo dopo Cristo, denominandola “diatesi celiaca”, che significa “alterazione intestinale”.
Nel 1888 Samuel Jones Gee è stato il primo medico a segnalare la malattia celiaca nel bambino, descrivendo magistralmente il quadro della forma tipica.
Il merito principale di Samuel Gee è stato quello di aver intuito che la causa della malattia celiaca andava ricercata in un alimento, anche se non era riuscito ad identificare quello responsabile.
L’interesse per la malattia celiaca iniziò dopo il 1945 quando il pediatra Willem-Karel Dicke, che lavorava nell’Ospedale dei bambini di Utrecht, identificò nella farina di grano la causa della malattia. (Van Berge-Henegouwen GP, Mulder CJ, 1993).
L’esame della mucosa digiunale ha permesso di diagnosticare la malattia celiaca.
In passato, la celiachia è stata considerata una malattia rara, che originariamente colpiva soprattutto i bambini europei. Questa idea è ancora diffusa, tanto che in molti paesi la celiachia continua ad essere inclusa nella lista delle malattie rare, protetta da specifiche regole del sistema sanitario. (Arendt E. e Dal Bello F., 2008)
Molti studi epidemiologi sono stati condotti in Europa per stabilire la frequenza della celiachia. Uno degli studi più vecchi, condotto nel 1950, stabilì che l’incidenza di questa malattia in Inghilterra e in Galles era di 1/1800, invece l’incidenza di 1/1400 fu rilevata in Scozia. Le diagnosi a quel tempo erano interamente basate sul rilevamento dei tipici sintomi e confermata da complicati e, a volte, non specifici test.
La consapevolezza della celiachia crebbe quando, nel 1960, divennero validi i test specifici sul malassorbimento e le tecniche di biopsia. Conseguentemente si registrarono degli incrementi sull’incidenza della celiachia negli studi provenienti dall’Irlanda, Scozia, e Svizzera.
L’incremento della frequenza portò a cambiare le abitudini alimentari, basate sull’ipotesi che una somministrazione ritardata di glutine avrebbe potuto ridurre l’insorgenza della malattia. Un calo dell’incidenza fu effettivamente riscontrato, ma la causa non fu la ritardata somministrazione del glutine ai lattanti, perché il loro decremento venne controbilanciato dall’aumento delle forme atipiche della celiachia con l’insorgenza dei sintomi che si verificano nei bambini più grandi e negli adulti. Lo sviluppo di sensibili test sierologici ha permesso recentemente di valutare la prevalenza della celiachia e di ritenerla la prima delle più frequenti malattie. (Cureton P. e Fasano A., 2009)
Dimostrato che la malattia celiaca è il risultato dell'interazione tra genetica e fattori ambientali (grani contenenti glutine), l'Europa è considerata una regione a rischio per la presenza di entrambi i fattori. Recenti studi epidemiologici nel Sud America, Nord Africa e in altri paesi, mostrano che la malattia non è sempre diagnosticata, ciò dimostra che in alcune aree del mondo è sottovalutata. (Fasano A. e Catassi C. , 2001)
In Italia, la prevalenza della celiachia sia nei bambini che negli adulti è attualmente stimata intorno a 1 – 1,5%, ne risulta quindi una persona su cento. Ogni anno vengono effettuate cinquemila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9% (Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, 2008).
Secondo il Rapporto annuale al Parlamento sulla celiachia del 2010, i celiaci sarebbero circa 600.000, ma per ora ne sono stati diagnosticati e censiti solo 122.482. Il numero di donne a cui è stata diagnosticata queste patologia è supera le 86.000 persone e risulta essere il doppio rispetto a quello degli uomini.
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Grano saraceno per la valorizzazione del pane fresco per celiaci
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Elena Coraggi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Corso: | Scienze e tecnologie agroalimentari |
Relatore: | Giuseppe Perretti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 142 |
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