Modelli culturali per una carta turistica della Costa dei Gelsomini: l'esempio di Locri-Gerace
Storia dell’insediamento di Gerace
Il territorio locrese fu caratterizzato in età imperiale dalla diffusione di numerosi insediamenti agricoli del tipo delle villae al centro di proprietà terriere di notevole floridezza. Un nuovo impulso si ebbe con i Bizantini che fondarono la città Nepezia, oggi Amantea, e vescovadi di rito greco Tropea, Gerace, Rossano, Nicastro. Sotto la dominazione dell'Impero Bizantino fiorì particolarmente l'eremitismo: cenobi eremitici sono la famosissima Cattolica di Stilo e molti altri meno noti sparsi nella Locride e nella valle del fiume Stilaro, a Rossano e sull'Aspromonte reggino. A partire dal VII sec. d.C., la Calabria settentrionale entrò nella sfera d’influenza dei Longobardi del ducato di Benevento, che controllavano i passi e i valichi più importanti tramite postazioni militari strategiche. I Bizantini dovettero, affrontare, inoltre, le incursioni arabe e la presa di alcune città, sicché molte delle popolazioni iniziarono a rifugiarsi nell’entroterra creando numerose fortezze. Il sito sorgeva quasi sempre su un altura difesa su tre lati e il quarto fortificato con vie d’accesso conosciute solo dai locali. L'insicurezza delle fasce costiere spinse i Locresi a trasferirsi in centri di altura meglio difendibili. All'abbandono di Locri corrispose il sorgere di Gerace, che attraverso il Medioevo e fino al secolo scorso, ereditò le funzioni di capoluogo amministrativo e religioso dell'intera zona.
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Modelli culturali per una carta turistica della Costa dei Gelsomini: l'esempio di Locri-Gerace
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Fabiano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze del turismo |
Relatore: | Guglielmo Genovese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 86 |
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