Athrabeth Finrod ah Andreth di J.R.R. Tolkien. Proposta di traduzione e commento
Stile tolkieniano saggistico
L’ultimo stile individuato all’interno del capitolo è quello utilizzato da Tolkien nel suo commento all’Athrabeth. Esso è caratterizzato da periodi complessi e soprattutto ipotattici e da un lessico formale; la frequenza delle frasi marcate è decisamente inferiore, come anche l’uso di figure retoriche con il fine di creare un particolare effetto, nonostante permangano, nel lessico, elementi riconducibili ad una variante antica dell’inglese (ad esempio il sostantivo brethren). Nel complesso, l’impressione è quasi quella di leggere un trattato di concezioni metafisiche, che semplicemente prende le mosse dall’Athrabeth, utilizzando quest’ultima come pretesto per l’espansione dei concetti, proprio perché, ci spiega Tolkien stesso, “L’Athrabeth è una conversazione nella quale molte supposizioni e passaggi di pensiero devono essere aggiunti dal lettore stesso”.
Queste qualità, unite alla consapevolezza di trovarci di fronte non più ad un testo narrativo, bensì ad un commento critico, cioè ad un testo con funzione informativa, giustificano l’approccio più schematico da parte dell’autore: il compito di questo testo è di chiarire ed approfondire, fino al dettaglio, quanto è stato sviluppato creativamente e letterariamente nell’Athrabeth ed il contenuto ha grande importanza.
Queste lunghe premesse sono servite a presentare, dal punto di vista teorico, i criteri ed i parametri adottati nella versione dell’Athrabeth. Si deve comprendere che tradurre Tolkien significa fronteggiarsi non solo con il testo che si ha fra le mani, bensì si rende necessaria la conoscenza di buona parte dell’opera tolkieniana, la cui intertestualità è estremamente alta. Ed è proprio a questo proposito che il compito è stato, in una certa misura e da un certo punto di vista, agevolato: nel testo d’arrivo sono state riprese, soprattutto per quanto riguarda i nomi di persone e luoghi, le dizioni delle traduzioni di Tolkien che hanno già visto la luce in Italia. Con questa scelta si intende non solo rispettare il lavoro altrui, ma anche mantenere termini che ormai sono entrati nel lessico del lettore tolkieniano e che, se mutati, sarebbero risultati estranei.
L’impegno massimo è stato richiesto nel rispettare lo stile e le idiosincrasie dell’autore e, naturalmente, sono stati necessari alcuni interventi di trasposizione, riorganizzazione frastica e compensazione, dettati chiaramente dalle caratteristiche dello strumento linguistico italiano: si spera, quindi, di essere riusciti a trasporre il testo in modo naturale ed, al contempo, di essere riusciti ad esprimere anche in italiano la stessa magia che permea gli originali.
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Athrabeth Finrod ah Andreth di J.R.R. Tolkien. Proposta di traduzione e commento
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Tuzzi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Deborah Saidero |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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