Primi ricordi e attacchi di panico: il caso di Linda
Stile di vita e disagio: l’importanza del primo ricordo
L’analisi dello Stile di vita esprime l’impronta soggettiva, comportamentale e finalistica di ogni personalità ed è orientata alla lettura e alla scoperta della meta prevalente, verso la quale si indirizza l’intera vita psichica di ogni individuo: lo Stile di vita si consolida attraverso un graduale processo di selezione e adattamento dinamico per mezzo del quale ogni soggetto provvede a far proprie le scelte di azione, emotive e razionali che occorrono per la realizzazione della meta finale.
Per Adler, è il primo ricordo a mostrarci il punto di vista fondamentale dello Stile di vita di un individuo: esso costituisce la prima soddisfacente cristallizzazione del proprio atteggiamento verso il mondo, il punto di partenza per il futuro sviluppo della personalità [9; 10; 24; 27].
Un uomo di 38 anni riporta il seguente primo ricordo:
- “Avevo 5 anni; mi ricordo la morte di mio fratello, che era appena nato. Mi ricordo il suo corpo in braccio a mia madre, che piangeva. Attorno c’erano altre donne che guardavano e piangevano anch’esse. Io assistevo impotente. Mi sentivo addolorato e non potevo fare nulla”.
Da questo primo ricordo, emergono due sentimenti prevalenti e caratteristici di uno Stile di vita caratterizzato dal disagio: il dolore (causato dalla perdita, dall’episodio di lutto, dalla sofferenza per una morte improvvisa, che avviene subito dopo il momento della nascita) e la sensazione di impotenza di fronte alla morte.
L’immagine riportata dal paziente ha una risonanza controtransferale molto forte, sia per il contenuto visivo (l’immagine del corpicino senza vita in braccio alla madre), che mostra al terapeuta con straordinaria chiarezza l’evento della scena, sia per il contenuto emotivo.
Nel suo Stile di vita l’uomo riproporrà molto frequentemente comportamenti che avranno come tema sottostante quello della sfida alla morte e del rifugio in un mondo idilliaco, in cui viene realizzato un fittizio benessere e dove la morte viene simbolicamente vinta e fittiziamente superata: farà, infatti, ampio utilizzo di allucinogeni, sostanze stupefacenti, droghe. Il tema della morte - della propria morte - lo accompagna, però, quotidianamente, in quanto l’utilizzo di droghe per endovena lo ha portato a contrarre la sieropositività.
Questo primo ricordo, dunque, oltre a rimandare al momento in cui si è costruita l’immagine della scena e nel quale si è fissato il primo importantissimo punto dello Stile di vita, riporta anche alla dimensione attuale, dove la protesta per la precoce e ‘ingiusta’ perdita del fratellino appena nato e la reazione al senso di impotenza che caratterizza i personaggi dell’intera scena si traducono nella messa in atto di forme di compenso che si pongono sul lato inutile della vita. Il paziente è, infatti, affidato ad una comunità di recupero per tossicodipendenti, in quanto ha vasti precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti e rapine a mano armata. Il precoce contatto con la morte e il confronto con il senso di impotenza di fronte al suo verificarsi ha portato il paziente a mettere in atto modalità di comportamento che si sono tradotte in simboliche sfide alle regole e alla società. Egli afferma, infatti, frequentemente Non ho mai voluto lavorare in quanto pensavo che lo stato fosse ‘ingiusto’, così non ho mai voluto rispettare le regole, intraprendere un lavoro, pagare delle tasse, perché non ritenevo ‘giusta’ questa società.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Primi ricordi e attacchi di panico: il caso di Linda
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Porta |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | Psicoterapia Adleriana |
Anno: | 2007 |
Docente/Relatore: | Claudio Cantoni |
Istituito da: | Istituto Alfred Adler - Ospedale San Carlo Borromeo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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