Sport for Development and Peace: l'attività sportiva nei progetti di sviluppo
Sport per lo sviluppo personale e l’integrazione sociale
Come scaturisce dal crescente consenso internazionale, lo sport è recentemente passato a ricoprire non solo una funzione strettamente legata all’acquisizione di competenze tecniche legate alla mera attività fisica, ma anche un ruolo di promozione di vere “competenze sociali”. Le organizzazioni che operano con lo sport nei paesi del terzo mondo si trovano ad intervenire in contesti certamente non privilegiati. Soprattutto per quanto riguarda l’infanzia e l’adolescenza, spesso bambini e ragazzi crescono in situazioni familiari precarie o non inseriti in un ambiente scolastico, fino ad arrivare al caso di progetti che prevedono il coinvolgimento di orfani e bambini di strada.
In queste situazioni, lo sport può assumere un considerevole potenziale educativo: esso, infatti, contribuisce alla promozione delle capacità personali, all’aumento di consapevolezza di valori sociali e può fungere come mezzo per contribuire all’integrazione sociale. Inoltre, nel caso di contesti di infanzia disagiata, lo sport e il gioco possono offrire ai bambini la possibilità di “benessere mentale” attraverso lo svago e la distrazione, e nello stesso tempo favorire la stessa interazione sociale. In generale:
- L’attività sportiva promuove disciplina, determinazione e senso di responsabilità. Far parte del gioco e guadagnare competenze e valore può tradursi nel raggiungimento di un maggior senso di promozione e successo personale.
- Confrontarsi con uno sport può significare anche confrontarsi con i propri limiti attraverso una riflessione sulle proprie capacità personali. Lavorare, quindi, con i giovani per stabilire i propri obiettivi da raggiungere può servire a dare maggior fiducia e ad ottenere un senso critico realistico. Di conseguenza il superamento dei propri limiti non è più percepito come un rischio ma si traduce in una apertura a nuovi percorsi e nuove sfide.
- Le competenze sociali sono acquisite attraverso un processo cognitivo con i propri pari, con la famiglia e con il proprio contesto sociale. Nei casi in cui mancano questi elementi, lo sport può costituire un importante mezzo di integrazione e di costruzione di un senso di comunità. Il linguaggio universale delle sport è infatti costituito da regole semplici e da un linguaggio non verbale che semplifica la comunicazione: la formazione di un gruppo e il rafforzamento della coesione diventano quindi dei passaggi più facili da mettere in pratica. Inoltre, i giochi in gruppo e l’attività fisica mettono a disposizione un ambiente in cui si promuovono importanti valori come il il senso di responsabilità, il rispetto, lo spirito di gruppo, il fair play, e soprattutto la tolleranza, fattore sempre più importante nei contesti multietnici o con la presenza di minoranze.
Ne scaturisce, quindi, che lo sport favorisce un ambiente di base ideale per lo sviluppo di competenze sociali e di senso di comunità, ma non può necessariamente essere inteso solo come una pratica fisica. Infatti, più importante dello sport in sé è il concetto che l’attività in questione rappresenta. Particolare attenzione va del resto riposta nell’adattare lo sport al rispettivo contesto, rimanendo però una pratica accessibile a tutti e in grado di considerare le specificità culturali radicate nelle comunità locali. La scelta dell’attività da impiegare, quindi, non si attiene solo agli sport tradizionali, ma coinvolge anche sport locali, giochi e danze tradizionali.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Sport for Development and Peace: l'attività sportiva nei progetti di sviluppo
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Informazioni tesi
Autore: | Beatrice Moretto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace |
Relatore: | Maria Castiglioni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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