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Ricerche sull'aumento indoeuropeo con particolare riguardo al greco

Spiegazioni semantiche all'uso dell'aumento in Omero

Alcuni autori hanno recentemente cercato di dare spiegazioni di tipo semantico, e non morfosintattico, all'uso dell'aumento in Omero. Basset 1989 notò che l'osservazione di Platt e Drewitt, per cui le forme aumentate in Omero sembrano avere un valore vicino a quello di presente, non aveva avuto séguito perché mancavano gli strumenti teorici per interpretarla, e perché restava la contraddizione con il fatto che nel greco classico e nelle altre lingue l'aumento fosse poi diventato marca di passato (12s.).
Basset cercò di risolvere la contraddizione, e di recuperare quanto c'era di valido nella tesi di Drewitt, applicando la distinzione di Benveniste tra discours (discorso soggettivo, dal punto di vista del locutore) e histoire (o récit: narrazione oggettiva, che considera gli avvenimenti in sé)6o. Come in francese il passé simple è il tempo tipico del discours e il passé composé è il tempo tipico dell'histoire, così nella lingua omerica vi corrisponderebbero, rispettivamente, il preterito aumentato e quello non aumentato (cf. Basset 1999, 13). In realtà, nessun testo è tutto in modalità-histoire o in modalità-discours: la prospettiva può passare dall'una all'altra modalità anche all'interno della stessa frase, e questo giustifica la compresenza di forme diverse (15).

Sulla stessa linea si collocano gli studi di Bakker, che nel suo tentativo di spiegazione su base semantica si riallacciò esplicitamente a Basset e alla sua 'riscoperta' degli articoli di Platt e Drewitt. Bakker 1999 partì dall'osservazione che la lingua omerica, a differenza di quella di altre tradizioni epiche, non usa il presente storico: l'autore pensa che tale funzione, che è quella di mettere i fatti narrati sotto l'occhio dello spettatore, sia svolta in Omero da altri segni linguistici con valore deittico, fra cui l'aumento (51s.). La funzione originaria dell'aumento sarebbe allora di deissi spaziale, non temporale: non denotare il passato, bensì collocare l'azione vicino nello spazio (59).

Bakker 2001 applicò questa teoria allo studio delle similitudini omeriche. L'aoristo delle similitudini veniva tradizionalmente considerato 'gnomico' e fuori dal tempo; l'aumento fisso era spiegato con un' origine tarda di queste parti del testo. Bakker, al contrario, sostiene che l'aoristo aumentato sia usato -accanto al presente -nelle similitudini perché proverbi e paragoni, pur presupponendo una conoscenza generica del mondo, evocano delle immagini presenti e vivide sotto gli occhi dello spettatore (18-23). L'aumento, con la sua funzione deittica, servirebbe a esprimere questa immediatezza, in contrasto con il passato della narrazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Ricerche sull'aumento indoeuropeo con particolare riguardo al greco

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Batisti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia e letteratura dell'antichità
  Relatore: Camillo Neri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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Parole chiave

aumento
greco
indoeuropeo
linguistica

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