Commutazione e commistione di codice nel racconto Blow-up di Giannina Braschi

Fin dai tempi dei primi coloni europei del XVI secolo che invasero il Nuovo Mondo e imposero la loro cultura e la loro lingua, proseguendo con l'arrivo dei coloni fondatori (cfr. I.2) nei territori settentrionali, l'America è stata terreno fertile per la proliferazione di meticciati razziali e linguistici. In un secondo momento, con il sopraggiungere degli immigranti inglesi negli Stati Uniti meridionali dopo il trattato di Guadalupe Hidalgo (cfr. I.3.3), la compenetrazione tra spagnolo e inglese è divenuta ancora più profonda. Secondo Bevilacqua (2004): la popolazione anglofona non poteva sottrarsi all’influenza linguistica e culturale di chi aveva colonizzato in precedenza i territori americani. Proprio per questo si assiste ad un mestizaje di tipo linguistico, che inizialmente riguarda solo la lingua spagnola e quella indigena ma che poi in seguito coinvolgerà anche quella anglosassone. (Bevilacqua 2004: web)
Nel XX secolo poi la consistente immigrazione latina verso nord ha favorito ulteriormente la contaminazione tra le due lingue in questione. Come spiega Pano (2007): l’assetto sociale mutò nel corso del XX secolo, in seguito all’ingente immigrazione latinoamericana negli Stati Uniti. I messicani si dirigevano in California, in Texas o negli altri stati del sud-ovest, i cubani prediligevano la Florida, i portoricani si concentravano nei ghetti di New York. Oggi lo spagnolo in queste zone non è disparito [sic] e, anzi, è diventato così vigoroso da poter ‘contagiare’ a sua volta l’inglese con cui è a contatto.