Contributo all'esegesi dell'articolo 2103 del Codice Civile

La ratio della disposizione, che esclude l’effetto della promozione nel caso in cui il lavoratore venga utilizzato in sostituzione di un collega di una categoria superiore «assente con diritto alla conservazione del posto», è quella di non pregiudicare il diritto del lavoratore sostituito temporaneamente a ritornare al proprio posto dopo la cessazione del periodo di sospensione, nonché di evitare conflitti di interessi tra sostituto e sostituito.
Il lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto, la cui sostituzione da parte del lavoratore con qualifica inferiore non comporta il diritto alla c.d. promozione automatica ai sensi dell’art. 2103 cod. civ., non è solo quello che versi in una delle situazioni indicate dagli art. 2110 e 2111 cod. civ., ma è anche quello che, solo provvisoriamente, non copra il suo posto67, atteso che l’art. 2103 pone come presupposto della c.d. promozione automatica l’effettiva e sostanziale vacanza del posto, ricoperto temporaneamente dal sostituto.
In effetti proprio Cass. 6 maggio 1999 n. 4550, richiamando un orientamento diffuso nella giurisprudenza di legittimità, ha affermato che l’ipotesi di sostituzione di altro lavoratore con diritto alla conservazione del posto comprende anche quella in cui la sostituzione riguardi un lavoratore assente per ferie, difettando anche in tal caso quella effettiva vacanza del posto che costituisce il presupposto dell’acquisizione della qualifica superiore. La Corte precisa che il ricordato presupposto della sussistenza di una effettiva vacanza del posto di lavoro non ricorre e non è configurabile sia nei casi in cui il rapporto di lavoro è sospeso sia pure parzialmente nella sua esecuzione, come nelle ipotesi di assenza per malattia, infortunio, gravidanza, puerperio, servizio militare, adempimento di funzioni elettive, sia nei casi in cui il lavoratore manchi temporaneamente dal suo posto per l’espletamento a rotazione di altre mansioni, ovvero si assenti dal lavoro per fruire delle ferie. In particolare, nel caso specifico dell’assenza per ferie, poi, neppure si verte in un caso di c.d. quiescenza del rapporto di lavoro, ma si rientra nell’ipotesi di una pausa lavorativa, nella quale il rapporto è in atto e in regolare svolgimento.