Il Soft Power della Cina nella Regione del Corno d'Africa

Il Soft power, spesso promosso tramite i mezzi della public diplomacy, si genera non solo attraverso le politiche interne ed estere, le istituzioni, i valori e la cultura, ma uno stato può acquisire soft power nei confronti di altri attori anche grazie alle sue performance. La Cina, ad esempio, genera attrazione e ammirazione per la sua performance economica, i suoi record in termini di crescita economica infatti sono riusciti a sollevare milioni di persone dalla povertà in breve tempo. Dal 2010 il PIL della Cina cresce del 10% l’anno, nel 2014 è diventata la più grande economia del mondo in termini di PIL ed il primo paese per esportazioni (soprattutto perché in Cina avviene l’assemblaggio dei prodotti anche se la produzione avviene all’estero).
Oggi la Cina è profondamente integrata nel sistema produttivo mondiale, sia dal lato della produzione, sia da quello del consumo: le sue imprese operano come fornitori nelle filiere di molti settori manifatturieri e la domanda delle imprese e delle famiglie cinesi è una parte importante dei fatturati di molti settori nel resto del mondo.

I successi della seconda metà del Novecento hanno dimostrato la capacità indiscussa delle autorità cinesi di orchestrare sapientemente le istituzioni ed i meccanismi propri di un’economia di mercato, mantenendo un controllo ben serrato dell’economia, e di sapersi inserire nella divisione internazionale del lavoro traendone i massimi benefici.
Questa performance economica eccezionale si è tradotta soprattutto in termini di crescita di capacità di influenza. Insieme alla crescita dell’economia è aumentata anche l’influenza economica della Cina nel mondo attraverso l’incremento dell’interdipendenza con gli altri paesi, in particolare, ha reso i paesi in via di sviluppo più dipendenti da sé di quanto la Cina non sia da loro. Questo è avvenuto attraverso la conquista di quote crescenti di mercato in un numero sempre maggiore di settori e attraverso crediti commerciali ai paesi in via di sviluppo. La Belt and Road Iniziative, che verrà approfondita più avanti nell’elaborato, racchiude e mostra tutti gli sforzi della PRC verso un aumento della connettività in senso ampio.

Questa grande iniziativa, lanciata dal presidente Xi ad Astana nel 2013, è un piano che sistematizza tutta la politica estera cinese e punta su un’interdipendenza internazionale di tipo fisico, attraverso le infrastrutture, digitale attraverso le reti internet, finanziaria attraverso l’aumento della circolazione del Renminbi e anche culturale attraverso l’interazione tra le persone.
Ai fini di questa tesi non risulta necessario analizzare le dinamiche e le luci e le ombre della recente crescita economica cinese, nemmeno è in realtà necessario indagare ulteriormente sul potere economico quasi letale della Cina in grado di bloccare interi sistemi commerciali e di investimento. Per comprendere le relazioni tra la PRC ed i paesi in via di sviluppo che compongono il Corno d’Africa, è saliente sottolineare l’importanza della nuova veste di super potenza economica integrata nel sistema mondiale, che la Cina oggi riveste, nel generare attrazione ed emulazione. Inoltre, è importante considerare le reti di interdipendenza che la Cina sviluppa a livello globale. Il modello economico cinese spicca come eccezione non sottoposta a quei cicli a cui è sottoposto il modello capitalistico occidentale, esso si presenta come un’alternativa ai modelli di successo dei paesi occidentali, alternativa capace di generare attrazione e persuasione.