Proposta di adeguamento dell' impianto di depurazione di Pianodardine (AV)
Situazione di riferimento per la depurazione nella provincia di Avellino
Il consorzio interprovinciale Alto Calore ha iniziato la sua attività di captazione e distribuzione di acqua potabile nel lontano 1938 in 36 comuni della provincia di Avellino e 7 della provincia di Benevento. Attualmente i comuni consorziati sono 128 di cui 96 della provincia di Avellino e 32 in quella di Benevento [cfr. indagine conoscitiva delle acque reflue urbane della provincia di Avellino , volume 1].
Sono state progettate reti fognarie ed impianti di depurazione per la quasi totalità dei comuni consociati iniziando, già dagli anni 60, una forte politica di tutela e protezione del territorio. Attualmente il servizio Ambiente & Ecologia gestisce gli impianti di depurazione liquami e le reti fognarie ed è previsto un suo incremento e potenziamento.
Se si considera il rapporto tra impianti esistenti nel territorio (oltre 100) ed impianti allo stato gestiti (poco piu’ di 10) anche alla luce di quanto sancito dalla legge 36/94 che prevede non solo la costituzione di un unico soggetto gestore ma anche il completo controllo del ciclo integrato delle acque, è facile ipotizzare che molti dei vecchi impianti verranno dismessi e i reflui convogliati presso strutture piu’ moderne già esistenti ed espandibili. Tali ipotesi sono confermate anche dal piano d’ ambito [volume I : piani finanziari per le fognature ed acquedotti nel mezzogiorno, ATO1 Calore irpino] in cui é riportata una pianificazione d’ ambito che segue un piano di interventi ed un piano finanziario di investimenti compatibili con le tariffe. Il piano degli interventi definisce la dotazione/dismissione di opere e strutture necessarie al raggiungimento del livello di servizio prefissato :
- dà una risposta all’ aumentare della domanda idrica sia tramite interventi di adeguamento o nuove opere sia attraverso la creazione di una struttura gestionale efficiente ed operativa
- è relativa a tutto il ciclo
- correla gli interventi ai tempi ed i costi.
Detto ciò possiamo fare un quadro che illustri la situazione attuale degli impianti di depurazione e reti fognarie nell’ ambito del territorio gestito. Per ogni comune é individuato il tipo di impianto, la consistenza tecnica, le caratteristiche salienti, l’ ubicazione, il corpo ricettore, le varie capacità dei comparti. Si è cercato di non presentare una quantità di dati elevata ma illustrare solo quei parametri che si sono ritenuti significativi per poter fornire, agli addetti ai lavori, la possibilità di giudicare la capacità e l’ efficienza degli impianti. Agli altri offrire, invece, un quadro di notizie sullo stato piu’ generale della depurazione in irpinia, il tutto per poter sensibilizzare l’ opinione pubblica e le autorità su un problema troppo spesso dimenticato e trascurato che non puo’ essere messo in secondo piano.. Ciò si ritiene strettamente necessario se si vuole e si è ancora in tempo che i nostri fiumi tornino ad essere vivibili e non dei corsi d’ acqua morenti per la incuria dell’ uomo.
Come già accennato nel capitolo 1 e 2 il nostro studio, oltre che di ampliamento, è di analisi degli impianti esistenti ed è quello che ci proponiamo di fare nel seguito approfondendo quelli che sono gli aspetti tecnici di alcuni dei 91 impianti attualmente funzionanti. Alcuni non superano i 2000 abitanti equivalenti e quindi da considerarsi piccoli impianti mentre altri superano tale limite e quindi da considerarsi grossi impianti.
Nel comune di Cairano, che ha 500 abitanti equivalenti , lo schema dell’ impianto prevede una vasca divisa da due setti, in ingresso c’ é una griglia poi di seguito l’ ossidazione e la sedimentazione a cui è fatta seguire una serpentina che serve per la clorazione. Dalla sedimentazione escono i fanghi di supero che vanno ai letti di essiccamento. La portata media giornaliera è di 2,5 mc/h, il carico organico specifico giornaliero 0,06 Kg/(ab/d) ed il BOD in tempo asciutto 30 Kg/g. La vasca è a base quadrata e la dotazione idrica giornaliera è di 0,15 mc/(ab*d). La situazione varia di poco a Montaguto dove ci sono sempre 500 abitanti equivalenti serviti ma sono presenti cinque vasche in serie che comprendono: Grigliatura/dissabbiamento, predenitrificazione, ossidazione sedimentazione e clorazione ed un letto di essiccamento in parallelo dove vengono inviati i fanghi di supero. Le basi sono sempre quadrate tranne la sedimentazione che è circolare.
Passiamo ad un caso con un numero di abitanti equivalenti superiore a 2000: Il comune è Ariano Irpino e la località è Cardito: Lo schema prevede otto vasche in totale: Grigliatura/dissabbiamento, Vasca imhoff, prede nitrificazione, Ossidazione, sedimentazione e clorazione; in parallelo trovano posto un digestore aerobico ed un letto di essiccamento. Gli abitanti equivalenti seriviti sono 8900 il BOD in tempo asciutto è 534 Kg/g, il carico organico specifico giornaliero è 0,06 Kg/(ab*d) e la portata media giornaliera è di 59,33 mc/h con una dotazione idrica di 0,2 mc/(ab*d). Termina così una breve descrizione di quelli che sono due impianti di piccola e media taglia. Possiamo ora considerare il nostro impianto di grande taglia che dobbiamo ampliare. Nello schema che segue abbiamo riportato lo schema attuale, un po’ piu’ complesso dei precedenti, ed i comuni che dismetteranno i vecchi impianti per passare al nuovo. Le relative schede sono anche state fatte per gli impianti che verranno dismessi e sono consultabili presso l’ archivio del servizio “Ambiente ed Ecologia” [cfr. indagine conoscitiva delle acque reflue urbane della provincia di Avellino , volume 1].
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Proposta di adeguamento dell' impianto di depurazione di Pianodardine (AV)
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Preziuso |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria civile e ambientale |
Relatore: | Francesco Pirozzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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