Effetto dei tensioattivi sulle proprietà leganti di un polimero a stampo molecolare

In una provetta di vetro si introducono 0.400 g (1.56 mmol) di 2,4,5-T e 0.080 g di 2,2'-azobis(2-metilpropionitrile) sciolti in 5.20 ml di metanolo. Si aggiungono 0.506 ml (4.89 mmol) di 4vinilpiridina e 6.20 ml (32.9 mmol) di etilenglicole dimetacrilato. Dopo aver sonicato per omogeneizzare la miscela, si aggiunge 1.00 ml di acqua deionizzata goccia a goccia in modo da prevenire la precipitazione del templante.

La miscela viene quindi degasata insufflando azoto per allontanare l’ossigeno molecolare che può agire da inibitore della polimerizzazione. Il tappo della provetta viene sigillato con nastro adesivo e la provetta posizionata in bagno termostatico a 4 °C a circa trenta centimetri da una lampada UV. La miscela viene lasciata polimerizzare per una notte. Il monolite polimerico viene quindi posto in stufa a 70 °C per circa un’ora in mododa far seccare il materiale e successivamente frantumato con un mulino a palle.

La polvere viene quindi setacciata prima a secco e poi ad umido al fine di rimuovere il particolato con granulometria inferiore a 10 μm e isolare le polveri con granulometria compresa tra 30 e 10 μm. Il templante viene quindi estratto con una miscela metanolo – acido acetico 9+1 v/v per 2 giorni mediante Soxhlet. Una volta terminata l’estrazione, si lascia evaporare tutto il solventeresiduo e si secca in stufa a 105 °C.

Il polimero non stampato (NIP) è stato preparato e trattato nello stresso modo ma senza l’aggiunta del templante nella miscela di pre-polimerizzazione. I polimeri vengono poi impaccati in colonne di acciaio inossidabile e usati come fase stazionaria per HPLC.