Il canto cristiano liturgico nel medioevo e il vespro della beata Vergine di Claudio Monteverdi
Sintesi analitica dei brani
Col Responsorio “Domine, ad adiuvandum” il Vespro esordisce su toni di fastosità cerimoniali perentorie: immoto, maestosamente ieratico, il coro sillaba inflessibilmente - quasi a falsobordone - e costantemente l’accordo di Re maggiore in parallelo con gli squillanti clangori di una fanfara a sei dove spiccano le due parti superiori: un indubbio segnale d’entrata solenne di cui è stata notata la significativa analogia con un altro brano dotato delle medesime funzioni introduttive in una manifestazione di corte, cioè la toccata iniziale dell’Orfeo dai ritmi vivaci che il coro rinsalda ed illumina.
Sacro e profano si accordano nella magnificenza dello spettacolo umano che glorifica quello divino.
Per due volte questo statico flusso viene interrotto da un ritornello strumentale a sei, consistente di alcune cadenze che finiscono per ribadire proprio il tono di declamazione: un compito che la terza volta è trasferito all’«alleluia» conclusivo, in cui gli strumenti raddoppiano le linee vocali (finora invece se n’erano differenziati in piena autonomia).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il canto cristiano liturgico nel medioevo e il vespro della beata Vergine di Claudio Monteverdi
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Informazioni tesi
Autore: | Bartolo Gelardi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Conservatorio di Musica |
Facoltà: | Musica corale e direzione di coro |
Corso: | Musica corale e direzione di coro |
Relatore: | Daniele Ficola |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 134 |
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