Teoria della Mente e Neuroni Specchio. Due spiegazioni all'intersoggettività
Simulation Theory: il sistema specchio alla base della comprensione delle intenzioni
Da quanto trattato nei capitoli precedenti appare evidente come tanto la teoria della mente, quanto il sistema dei neuroni specchio siano alla base del processo di comprensione dell’altro, quindi alla base dell’intersoggettività, ossia la condivisione di stati soggettivi tra due o più persone che permette le relazioni sociali. In particolare, la proposta della Teoria Simulazionista (Simulation Theory), benché ci siano diversi approcci, più o meno radicali, anche all’interno della stessa prospettiva, è quella di legare i due sistemi presentati e di spiegare la teoria della mente facendo riferimento alla capacità di simulazione, il cui correlato neurale è il sistema dei neuroni specchio.
Esso costituirebbe la base cerebrale per la comprensione delle azioni attraverso processi di simulazione. Si ricordi che quella simulazionista è una delle teorie dominanti nel dibattito sulla spiegazione della teoria della mente, di cui si è trattato nella prima parte del presente lavoro. Per “teoria della mente”, anche chiamata “mindreading” o “mentalizing” (system), i sostenitori della Simulation Theory intendono la capacità di saper rappresentare mentalmente gli stati mentali degli altri, per esempio percezioni, obiettivi, credenze ed aspettative.
Essi ipotizzano che il MNS sia parte del meccanismo sotteso alla psicologia ingenua di cui tutti gli individui sono dotati e a cui fanno riferimento per comprendere le intenzioni degli altri. La Simulation Theory (ST) sostiene che ci si basi sui propri meccanismi cognitivi per attribuire e predire gli stati mentali altrui. Secondo questa visione, l’osservatore, durante l’attribuzione, si immedesima nell’altro e immagina di trovarsi nella stessa situazione dell’osservato. Il processo che porta a prevedere il comportamento dell’altro presuppone quindi di simulare mentalmente desideri e credenze che si suppongono accordarsi a quelle dell’individuo con cui si interagisce. Il risultato è l’elaborazione di una decisione fatta secondo i propri meccanismi decisionali che cerca di prevedere il comportamento altrui.
Il soggetto fa un’inferenza all’indietro che parte dall’azione osservata nell’altro e giunge ad ipotizzarne gli obiettivi (Gallese & Goldman, 1998). Tale approccio è supportato dalla trattazione di Meltzoff, spiegato in precedenza, che spiega l’evoluzione di una teoria della mente grazie al modello like me, basato proprio sul processo di imitazione (Meltzoff, 2007). In sintesi tale posizione punterebbe a far derivare la cognizione sociale umana dal sistema motorio (Jacob & Jeannerod, 2005).
Una prova a favore di tale prospettiva può essere rappresentata dal risultato di uno studio (Fadiga et al., 1995) che ha dimostrato come gli osservatori siano agevolati nell’attivazione motoria degli stessi gruppi muscolari che sta utilizzando l’agente target, ovvero l’agente osservato, durante l’azione. Tale evidenza a favore della ST, si scontra con l’approccio della Theory Theory, che non prevede tali effetti (Gallese & Goldman, 1998).
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Teoria della Mente e Neuroni Specchio. Due spiegazioni all'intersoggettività
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Informazioni tesi
Autore: | Susanna Morlino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Francesco Pagnini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 52 |
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