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L'influenza del pensiero orientale sulla psicologia analitica

Simbolismo del mandala

I temi della completezza psichica e dell’integrazione permeano il dialogo di Jung con la psicologia orientale, riconducendo al simbolo del mandala come rappresentazione del conflitto e della conciliazione degli opposti e ripercorrendo gli stadi del processo d’individuazione.
L’origine del mandala è antichissima, il termine deriva dal sanscrito e significa letteralmente “cerchio magico”; le traduzioni tibetane lo rendono talvolta con “centro”. I mandala sono costituiti da figure geometriche che tendono alla perfezione e rappresentano in forma astratta il Sé. Il cerchio è accompagnato, internamente o esternamente, da un elemento di quaternità, il che lo configura come quadratura del cerchio. Nella letteratura indù si trovano anche i termini padma, che significa loto, e cakra con cui si indicano i centri a forma di fiore delle diverse sedi della coscienza. L’espressione corrispondente del latino medievale è circulus quadratus o rosa.
I mandala sono figure geometriche che possono essere disegnate, dipinte, scolpite o anche essere eseguite in figure di danza, come avviene nei monasteri dervisci. La loro forma circolare, esprime rotondità, pienezza, integrazione, perfezione; simbolicamente rappresentano due aspetti opposti della vita umana spesso inconciliabili, uno spirituale e l’altro materiale. Essi sono tracciati secondo principi ordinativi che mirano alla centratura, alla completezza, alla totalità; esistono una varietà infinita di mandala e parecchie tradizioni spirituali fanno ricorso a quest’immagine.
Il simbolismo del mandala si trova nelle testimonianze storiche di molti popoli e di molte epoche di civiltà diverse, tra cui quella egizia, cristiana, americana, oceanica, oltre che in quella del buddhismo tibetano. Il loro significato di simboli dell’unità e della totalità è ampiamente confermato sia storicamente che dal punto di vista psicologico-empirico.
Quello che appare come un concetto astratto rappresenta in realtà un’esperienza empiricamente oggettivabile, in quanto anticipato nella psiche da simboli spontanei che dimostrano l’esistenza del concetto di totalità.
La maggior parte dei mandala hanno forma di fiore, di croce o di ruota con evidente tendenza alla disposizione simmetrica del numero quattro, il numero fondamentale, e dei suoi multipli. Mandala di questo tipo si trovano anche presso i Pueblos, disegnati sulla sabbia per usi culturali.
Nel tantrismo e nel lamaismo viene impiegato per favorire la concentrazione, come mezzo per unificare la coscienza individuale, per questo è definito nella pratica rituale anche con il termine di yantra. Esso è un diagramma che si disegna o si incide su metallo, legno, pelle, pietra, carta, muro o per terra, ha lo scopo di migliorare la salute mentale e fisica dell’essere umano, può infatti indurre ad uno stato di serenità e ottimismo e riaccendere in ogni individuo la speranza, che in questa epoca consumistica e frenetica va scomparendo. Il mandala si presenta come simbolo della vita nell’universo e del percorso che conduce al superamento della materialità, solo in questo modo l’uomo può raggiungere un giusto e armonico equilibrio. Esso, disegnato su stoffa, serve da sostegno alla meditazione, lo yogin lo utilizza come una difesa contro le distrazioni degli stimoli esterni.
Il mandala, utilizzato nei riti di purificazione del corpo, è una vera e propria espressione d’arte per i popoli orientali, che da molto tempo tramandano l’uso di tecniche per migliorare la condizione umana, promuovendo l’interiorizzazione e la realizzazione di Sé nella ricerca del mantenimento di un perfetto equilibrio psicofisico.
Il Mandala ha la stessa natura delle icone e immagini sacre, in quanto vengono create con le medesime regole prescritte dagli antichi codici rituali. La letteratura lamaistica contiene indicazioni dettagliate sul modo in cui si dipingono i mandala, forma e colore sono stabiliti dalla tradizione, per cui le varianti si muovono entro margini relativamente ristretti.
La liturgia della loro costruzione è molto complessa e comporta un certo numero di riti presieduti da un maestro e uno o più discepoli che abbiano chiesto di essere iniziati ai misteri rivelati in forma simbolica dal mandala. L’accesso al mandala è il compimento di un lungo cammino di maturazione spirituale che il maestro ha riconosciuto in loro.
L’iniziazione ha luogo in un posto solitario vicino alla riva di un fiume o del mare o nella cappella di un tempio. Il mandala viene disegnato per terra su una superficie consacrata con riti appropriati, scegliendo con cura il terreno sul quale disegnarlo, piano e senza sassi; per tracciarne le linee e disegnarne le figure si utilizza polvere di riso di diversi colori. La scelta dei colori è determinata dal singolo settore su cui le figure vengono tracciate.
Il mandala viene disegnato servendosi di due corde, una bianca che traccia i limiti esterni, l’altra fatta di fili attorcigliati di cinque colori diversi per tracciare le linee interne.
I maestri buddhisti hanno determinato anche le misure della cordicella che bisogna usare per segnare il tracciato delle singole parti, la qualità e la materia di cui deve essere composta. Il mandala può essere disegnato anche su tela con lo scopo di concentrarsi sui suoi paradigmi.

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L'influenza del pensiero orientale sulla psicologia analitica

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina De Dominicis
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Enrico Perilli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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