L'insulto. Un'analisi pragmatica e psico-sociale.
Significato e utilizzo dell'insulto
È di opinione diffusa che l’insulto sia una bassezza morale, soprattutto Schopenhauer lo reputa un’extrema ratio, ovvero l’ultimo stratagemma per vincere una disputa in cui le nostre argomentazioni si sono dimostrate fallaci, e quindi si va a confondere l’avversario cercando di provocare in lui una reazione emotiva.
Al contrario Freud riteneva fosse un segno di civiltà in quanto sostituto della violenza fisica. Risulta, però, che i due tipi di violenza siano spesso strettamente legati, soprattutto quando si innesca un’escalation di insulti che portano alla perdita dell’autocontrollo, quindi anche se l’insulto è uno sfogo emotivo verbale, il rischio che scada nella violenza fisica è elevato.
Mentre i filosofi parlano più in generale di offese, i linguisti, i sociologi e gli psicologi entrano nello specifico degli insulti, è stato dimostrato da questi come l’insulto non sia sempre volontario, a volte nasce da un’incomprensione a livello comunicativo dovuta a segnali che non trovano corrispondenza tra il mittente e il ricevente.
Questo tipo di insulti involontari non viene approfondito dagli studiosi proprio perché la consapevolezza di insultare non c’è e quindi essi studiano l’insulto in senso stretto, che deve essere voluto dall’insultatore e capito dall’insultato come tale. Per la stessa ragione spesso vengono esclusi anche gli insulti tra amici, quelli che fanno uso dell’ironia e dell’umorismo e quelli rituali, perchè l’intenzione è diversa come anche l’interpretazione, non venendo percepiti come un’offesa alla persona, ma come finalizzati a uno scopo comunicativo molto diverso.
Nonostante questo, l’uso dell’umorismo o dell’ironia a volte possono risultare ugualmente fatti con l’intenzione di insultare e essere interpretati anche come insulti veri e propri, per cui si ferisce comunque l’altro. Quindi in realtà esistono insulti ironici, che ad un ascoltatore esterno possono risultare innocui, ma che invece riescono spesso meglio degli insulti diretti nel centrare il bersaglio.
Le parole risultano insultanti sia direttamente che indirettamente, ma senza conoscere il contesto, il tono della voce ed il comportamento dei due interlocutori, non possiamo sempre identificare l’insulto come tale. Anche se alcuni insulti si sono consolidati nel linguaggio comune e quindi sono identificabili dalla sequenza di parole, delle parole apparentemente innocue possono diventare aggressive in un particolare contesto.
L’importanza dei diversi fattori oltre alle parole scelte per insultare, emerge dalle varie sentenze della Cassazione che abbiamo esposto sopra, infatti per decidere se un insulto è tale anche il tribunale necessita del contesto, delle intenzioni e quindi non solo del linguaggio scelto dall’insultatore; questo è necessario anche perchè altrimenti si potrebbe denunciare chiunque per averci offesi.
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L'insulto. Un'analisi pragmatica e psico-sociale.
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Stancato |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua |
Relatore: | Isabella Poggi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 125 |
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