Il modello islamico: appunti su diritti, shar'ia e costituzioni

La shar’ìa, sinonimo di shar´ che noi potremmo tradurre «Legge» (religiosa, d’origine divina), è «comando eterno, immutabile» (Corano 33,38) la certezza che l’Islam è la soluzione, Islam al-hall. Quest’ultima non è una legge-codice, un decalogo, o una tavola; non è neppure un documento. Piuttosto è sistema di valori che indipendentemente che sia o meno una costituzione sovranazionale che permea di sé tutti gli stati islamici, si pone come sistema normativo di nucleo per ciascuno degli Stati in cui si applica. Abbiamo dunque, un diritto apicale, posto in posizione di primazia rispetto ai diritti degli ordinamenti singoli, i quali hanno le loro regole sulla produzione delle norme, possono disporle secondo una gerarchia, implicitamente o esplicitamente riconosciuta, in cui rimane sempre ferma la supremazia della shar’ìa.
Un mondo - quello islamico- nato da una rivoluzione gigantesca (alla morte del Profeta nel 632 d.C., le popolazioni che andavano dal Marocco e l’Andalusia all’Asia centrale e al Punjab si trovarono a far parte di un unico sistema politico e che coinvolge oltre un miliardo di uomini, con cinquantaquattro stati con secoli di storia, di esperienze successive, differenti e contraddittorie.