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La riabilitazione psichiatrica: nuovo concetto di recovery

Servizi orientati alla recovery

Nonostante il processo della recovery sia portato avanti dalle persone è necessario che i servizi psichiatrici, CSM, Centro Diurno, Comunità terapeutiche siano attivamente presenti. Il primo contatto con queste strutture rappresenta per le persone con un disagio mentale uno dei momenti più delicati dell'intero intervento. Esse infatti vi si recano, spesso, nelle fasi più critiche della loro vita e portano con sé: sentimenti di disperazione, paura di venire giudicati ed etichettati, molti dubbi e pregiudizi ma anche un desiderio di cambiamento e rivincita personale.

Per tutti questi motivi l'accesso deve essere gestito con particolare attenzione è importante che gli utenti si percepiscano come un interlocutore paritario all'interno della relazione e, con il passare del tempo e con lo sviluppo di reali possibilità d'aiuto condivise, il timore iniziale si attenuerà. Di recente si è posto il problema di come far in modo che il paradigma della recovery possa essere realmente tradotto nelle pratiche dei servizi.

A livello teorico è possibile trovare diversi documenti: primo fra tutti il report del presidente della New Freedom Commission on Mental Health, che sottolinea come, con un sostegno adeguato sia possibile un reale miglioramento. Importanti sono anche le pubblicazioni dell'American Psychiatric Association, o il Royal College of Psychiatrists in Gran Bretagna. Se però da un lato questo dimostra un grande interesse sul tema, e una condivisione dei principi, l'effettiva traduzione di essi in pratiche viene rimandata ai servizi. Esistono quattro linee guida che possono indirizzare l'operato dei vari operatori e servizi.

Primo fra tutti essi devono garantire il diritto alla piena cittadinanza, cercando di favorire la dimensione sociale e relazionale degli utenti, sostenendoli nella ricerca di un attività lavorativa e facendosi portavoce dei loro diritti. E' necessario che i servizi si caratterizzino per un impegno organizzativo, che dovrebbe rispecchiare i bisogni delle persone e solo in un secondo momento quelli dell'istituzione, nei limiti del possibile.

Questo introduce il terzo indirizzo che viene ipotizzato per i servizi, ovvero il fatto di avere il focus sugli utenti, sui suoi limiti (innegabili di fronte a malattie complesse come la schizofrenia) ma anche sulle potenzialità e aspettative. Infine è opportuno che i vari servizi psichiatrici, CSM Centro Diurno ecc creino un'alleanza e una relazione con gli utenti e i familiari fiall'autorealizzazione, allo sviluppo dell'autodeterminazione e dell'empowerment.
Sin dall'inizio il tema della recovery è stato trattato in ottica processuale proprio perchè non ha un inizio e soprattutto non ha una fine ben precisa: è un percorso continuo che permette alle persone di fare propria la loro sofferenza senza negarla.

Questa necessità di valorizzare e incentivare la possibilità di recupero (recovery) è stata inclusa all'interno delle finalità previste dal “Piano d'azione globale per la salute mentale 2013/2020” del maggio 2012 approvato la 15esima Assemblea Mondiale della Sanità, che ha poi invitato tutti gli stati membri ad elaborare e rafforzare le politiche e le strategie per la promozione e prevenzione del disagio mentale.

Concludendo i servizi e le strutture psichiatriche devono permettere alle persone di sperimentare un nuovo modello di vita, alternativo a quello liberista che caratterizza la società odierna che giudica il valore di un uomo in base al suo peso nel mercato e nell'economia, che gli permetta di vivere e accettare le proprie fragilità dovuta, non solo alla malattia ma alla sua natura umana.

Le persone quindi possono intraprendere il loro percorso di ripresa solo nel momento in cui sono in grado di donare un senso e uno scopo alla propria esperienza. Un aspetto che rende complesso l'operato dei servizi riguarda la non consapevolezza della malattia, (soprattutto nei disturbi schizofrenici), che quindi coincide con una minore aderenza al trattamento, in particolare quello farmacologico.

Per finire: questo cambio di prospettiva generato dalla recovery implica un ridimensionamento del potere dell'operatore, che potrebbe sentirsi “minacciato” per la necessità di riconoscere il diritto di farsi avanti dell'utente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La riabilitazione psichiatrica: nuovo concetto di recovery

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Informazioni tesi

  Autore: Denise Cian
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Daniela Gregori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

FAQ

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Parole chiave

malattia mentale
psichiatria
assistente sociale
recovery
centro di salute mentale
riabilitazione
schizofrenia
manicomi
legge basaglia 180/78
rems

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