Ottimizzazione della radiocopertura in ambienti interni
Scelta dell’algoritmo di simulazione
Una volta riprodotta la struttura del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione per quanto riguarda il dimensionamento delle varie stanze, le caratteristiche di propagazione e gli spessori dei rispettivi materiali utilizzati, la disposizione della antenne trasmittenti e riceventi, si ha la necessità si scegliere l’algoritmo migliore da utilizzare per la simulazione della copertura del campo elettromagnetico all’interno del Dipartimento stesso.
La parte relativa alla preparazione dei dati di ingresso per la simulazione è fondamentale, in quanto i materiali presenti porteranno a dei fenomeni di riflessione e diffrazione dei raggi trasmessi ed a differenti valori di potenza ricevuta. Ma è altrettanto importante scegliere un giusto algoritmo che, oltre a consentire all’utente di ottenere una simulazione che si avvicini il più possibile al caso reale, abbia una complessità computazionale non troppo elevata rispetto alle dimensioni dell’ambiente e sia quindi caratterizzata da tempi di calcolo ridotti.
Infatti, un algoritmo che consentisse di ottenere una simulazione accurata della copertura wireless all’interno di un locale, ma che per portare a tali risultati avesse bisogno di un elevatissimo tempo di calcolo, non avrebbe nessuna utilità pratica. L’obiettivo solitamente è quella di ottenere dalla simulazione dei risultati utili in modo da poterli applicare nella realtà garantendo un grado di copertura del campo elettromagnetico adeguato.
In altre parole, si vuole scegliere un algoritmo che, oltre ad essere efficace, sia anche efficiente.
Il software utilizzato permette di scegliere tra due differenti algoritmi. Accanto al tradizionale modello di Ray Tracing 3D è possibile utilizzare il cosiddetto algoritmo 2.5D.
Tale algoritmo riduce notevolmente la complessità computazionale del problema. Risulta essere particolarmente consigliato per la simulazione in ambienti interni, in cui il contributo relativo alla diffrazione è ridotto. In ambienti outdoor, invece, tale contributo è elevato in quanto i trasmettitori sono posizionati ad un’altezza maggiore rispetto al livello dei tetti degli edifici, e lo spigolo formato tra la parete laterale di un edificio e il tetto è proprio una delle principali cause di diffrazione. È facilmente immaginabile che ciò non può accadere in ambienti indoor.
Tornando alla simulazione del Dipartimento, la scelta ricade quindi sull’algoritmo 2.5D, in quanto i risultati ottenuti con tale algoritmo nell’ambiente di prova hanno mostrato una buona accuratezza, non distante da quanto ottenuto con l’algoritmo 3D.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Ottimizzazione della radiocopertura in ambienti interni
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Informazioni tesi
Autore: | Bruno Treachi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Brescia |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria dell'informazione |
Relatore: | Andrea Locatelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 72 |
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