Maurice Merleau-Ponty. "Questo corpo è al mondo". Con un'appendice sulla danza-teatro di Raffaella Giordano.
Rischiare l’ombra. Merleau-Ponty e Husserl
La “correzione” del Cogito cartesiano effettuata da Merleau-Ponty, risente indubbiamente della lezione husserliana : all’inizio di Fenomenologia della percezione, egli modifica l’esito intellettualistico della Seconda Meditazione proprio alla luce dell’inedito di Husserl, Umsturz der kopernikanischen Lehre: die Erde, als Ur-Arche, bewegt sich nicht, contrapponendo alla "coscienza tetica universale ", la concezione di un mondo come "molteplicità aperta e indefinita in cui i rapporti sono di implicazione reciproca".
" Se l’insegnamento cartesiano serve [a Merleau-Ponty] per affrancarsi da ogni realismo ingenuo o empiristico e portarsi verso il Cogito " e a soffermarsi su quell’ " abisso " misterioso della passività del corpo che Cartesio aveva " dischiuso", " la lezione di Husserl ne costituisce il secondo tratto: quello che gli consente di pensare a fondo che cos’è tale Cogito […] proprio ad Husserl […] dovrà la vera svolta verso una comprensione più attenta e acuta dell’ambiguità del mondo […] E persino, ad un certo punto, la spinta ad un superamento di se stesso ".
In primo luogo, come si è appena accennato, Merleau-Ponty scopre in Husserl la via per il superamento della deriva coscienzialistica e intellettualistica del discorso cartesiano: secondo Husserl , infatti, " il pensiero di Cartesio […] andava riconsegnato al suo genuino e più profondo intento […] che era quello di arrivare a pensare l’Ego cogito come trama logica del mondo (e non di un soggetto umano pensante) ".
Dalla questione della " sconfessione della scienza " e da quella del pericolo di un " ritorno idealistico alla coscienza ", deriva che il problema per Merleau-Ponty era soprattutto quello " di pensare la realtà come ambito originario di apparenza e conoscenza nel quale sono già da sempre inscindibilmente pre-compresi il soggetto (la coscienza, le idee, il pensiero) e l’oggetto (la natura, il mondo, le cose il corpo), ossia come il tessuto di relazioni (essenze) che sono “sempre già là, nell’esistenza ".
"La fenomenologia è lo studio delle essenze, […] ma è anche una filosofia che ricolloca le essenze nell’esistenza e pensa che non si possa comprendere l’uomo e il mondo se non sulla base della loro “ fatticità ”. È una filosofia trascendentale che pone fra parentesi, per comprenderle, le affermazioni dell’atteggiamento naturale, ma è anche una filosofia per la quale il mondo è sempre “già là” prima della riflessione, come una presenza inalienabile, una filosofia tutta tesa a ritrovare quel contatto ingenuo con il mondo per dargli infine uno statuto filosofico. È l’ambizione di una filosofia che vuole essere una “scienza esatta”, ma è anche un resoconto dello spazio, del tempo, del mondo “vissuti” ".
Alla base della concezione merleau-pontyana di quest’ambito originario si trova quindi l’ Ego cogito di Husserl, inteso non più come orizzonte logico nel quale si trovano e si conoscono le cose esterne al pensiero (l’io psicologico e mentale cartesiano, la "mens sive animus sive intellectus"), ma come orizzonte in cui " sono già da sempre con-presi […] in un “riferimento reciproco originario”, l’io naturale concreto (o meglio, i vari io “reali psico-fisici”) e le cose circostanti.[…] Una dimensione che anziché situarsi dietro o sotto o al di là del mondo, è tutta innervata nel mondo – nella “Lebenswelt”- […] e perciò “presupposta da qualsiasi prassi umana e da qualsiasi vita pre-scientifica”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Maurice Merleau-Ponty. "Questo corpo è al mondo". Con un'appendice sulla danza-teatro di Raffaella Giordano.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Vedruccio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia della filosofia |
Relatore: | Antonio Quarta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 162 |
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