Rilevamento e studio geologico-tecnico delle formazioni superficiali e dei fenomeni franosi nell’area del M. Brugiana (Massa).

L’attività di campagna ha consentito di verificare i risultati della foto interpretazione e la consistenza della cartografia geologica e geomorfologica esistente.
Per quanto riguarda la geologia, l’ausilio de GPS ha consentito di verificare la corrispondenza dei contatti geologici e delle attribuzioni alle diverse formazioni.
Per quanto riguarda l’assetto geomorfologico, sono state cartografate scarpate, trincee, contropendenze ed estensione dei corpi di accumulo dei movimenti franosi individuati. Si è verificato inoltre che i marmi in riva destra del Fosso dei Marmi lungo il circolo che raggiunge il M Brugiana, sono attraversati da trincee e doline fino a quota 600 m slm, in quanto stati smembrati in blocchi metrici e decametrici che possono essere spiegati con lo sviluppo dei fenomeni gravitativi profondi di versante. L’instabilità potrebbe essere connessa alla sottostante presenza dei Metaconglomerati Basali. D’altra parte tutta l’area in sinistra idrografica del Fosso dei Marmi, fino al bacino del Fosso dei Bozzi e porzioni della sinistra idrografica del Fosso Bargana, manifestano una profonda fatturazione, la costante presenza in affioramento di blocchi, anche deca metrici, di meta conglomerati, porfiroidi, filladi inferiori, e lo sviluppo di scarpate e trincee di estensione paragonabile a quella dei versanti implicati. Questi caratteri, assieme a quelli individuati con la foto interpretazione, fanno ritenere che tutto questo settore costituisca il corpo di accumulo di una vasta e antica DGPV, finora non riconosciuta, oggi riattivata solo in piccole porzioni superficiali e profondamente reincisa dagli attuali corsi d’acqua.
Per quanto riguarda la cartografia delle FS si è osservato che le zone in cui la roccia del substrato è naturalmente affiorante sono scarse e limitate ad aree ristrette, in accordo con le precedenti osservazioni. L’area di studio è coperta da FS a matrice sabbioso limosa con variabili, ma consistenti, percentuali di brecce e clasti pluricentimetrici. Spesso questi materiali fini fungono da matrice a blocchi di dimensioni metriche.
Un analisi delle FS in funzione del loro spessore ha consentito di definire quattro classi associate a depositi di origine antropica.
La valutazione degli spessori delle FS è stata effettuata senza l’ausilio di particolari strumentazioni di indagine in sottosuolo diretta o indiretta, ma osservando principalmente le incisioni dei fossi, i tagli stradali e le scarpate naturali, molto frequenti data l’acclività del luogo.
E’ importante mettere in evidenza che questa rappresentazione cartografica prescinde dall’origine delle diverse FS e dei processi che le hanno formate, esprimendo esclusivamente classi di spessore.
In questa rappresentazione cartografica, quindi, non vengono individuati e discriminati i corpi di accumulo per frana (indipendentemente dal loro stato di attività).