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Scuola riformata e decreti legislativi: dalla riforma Berlinguer alla legge 169 del 30 Ottobre. Aspetti critici e nuove opportunità

Riforma Gelmini

Dopo le numerose sperimentazioni del tempo pieno e la revisione dei programmi del 1985, la scuola elementare, con la legge n.148 del 1990 , ha fatto un passo avanti, articolando più nettamente i saperi, distinguendoli in vere e proprie aree disciplinari e modificando innanzitutto le responsabilità dell'insegnamento delle materie con l'introduzione dell'insegnamento di gruppo arrivando al superamento del maestro unico.
Sul momento le critiche sovrastarono i consensi. Con giustificata malizia, si pensò che l'aumento dei maestri nelle classi rispondesse soprattutto all'esigenza sindacale di creare artificiosamente un lavoro per persone alle quali il crollo demografico e la riduzione degli alunni lo stava togliendo. Fu una spinta rilevante verso quell'innovazione, che tuttavia aveva in sè valide ragioni didattiche e che ha dato risultati positivi.
L'introduzione di distinzioni negli interventi didattici, ognuno dei quali legato a uno specifico ambito disciplinare, si è dimostrata efficace per l'apprendimento delle varie materie, non solo negli ultimi anni del corso, ma anche nel primo biennio, nel quale i bambini sono ancora molto piccoli.
Discipline come la storia o le scienze, molto spesso erano sacrificate dall'insegnate unico, che faceva prevalentemente lingua italiana e matematica, ora trovano il loro giusto spazio nelle ore di insegnamento.
L'organizzazione prevedeva il raggruppamento di due o tre classi in moduli didattici e l'affidamento di ogni modulo a un gruppo docente, formato da tre insegnanti e integrato dai docenti di religione e di lingua straniera.
Dove non è possibile organizzare i moduli “tre insegnanti su due classi”, come accade nei plessi scolastici con un solo corso verticale, si adottano i moduli “quattro insegnanti su tre classi”. All'interno di ogni modulo la distribuzione dei compiti tra i docenti del gruppo, comporta l'aggregazione degli insegnanti in ambiti disciplinari. Ogni ambito è costituito da una disciplina “capofila” associata ad altre per affinità e/o competenza dell'insegnante.
L'obiettivo era quello di offrire una più ampia gamma di sollecitazione culturale a tutti i bambini e le bambine della scuola primaria, non solo introducendo nei curricoli nuovi ambiti disciplinari, quali l'immagine e l'espressione, la musica e il movimento, la lingua straniera, ma anche e soprattutto per allungare i tempi della scuola per tutti, prevedendo tre insegnanti su due classi, ma anche limitandone il numero quando la scuola aveva dimensioni ridotte. La presenza di più insegnanti è stata determinata dall'esigenza di avere insegnanti meglio specializzati in uno o più ambiti disciplinari, che solo in minima misura hanno poche ore di compresenza in una stessa classe, per consentire la realizzazione di lavori di gruppo o il rapporto individualizzato tra una docente e uno o due allievi.
Con la riforma scolastica del nuovo Governo Berlusconi, tutti quanti auspicavano al completamento dei provvedimenti avviati dai precedenti governi, invece la riforma proposta dalla Gelmini ha totalmente rivoluzionato l'assetto ordinamentale della scuola primaria che, insieme alla scuola dell'infanzia, si posiziona ai primi posti nelle classifiche delle migliori scuole a livello mondiale.
Il ritorno al “maestro unico” o “prevalente” è stato giustificato, da chi ne sostiene la valenza, alle volte in modo vergognoso, con frasi come “Anche io ho avuto la maestra unica!!!”, tentando di celare dietro i ricordi dell’infanzia passata la vera motivazione che sta alla base della riforma: il risparmio economico.
Naturalmente, nessuno ammette e giustifica gli sprechi soprattutto in un periodo di crisi economica mondiale ed è comprensibile che il Governo attui dei provvedimenti, per cercare di risanare il bilancio del debito pubblico. Tuttavia, i tagli fatti al mondo della scuola hanno lasciato tutti al quanto allibiti, visto che avrebbe più che mai ha bisogno di fondi ed incentivi, no di tagli! La cosa che più ha sorpreso è stata la divulgazione della falsa verità che, ormai può essere considerata il cavallo di battaglia della riforma Gelmini, tre insegnanti su una classe sono troppi, sottintendendo che siano impegnati contemporaneamente su una sola classe, cosa non vera.
Ci sono realtà nelle quali il rapporto numerico insegnante-alunni è effettivamente eccessivo, non capisco perché non sia possibile intervenire in queste determinate situazioni evitando di fare una macelleria grossolana. Inoltre, quando si fanno paragoni con altri stati, bisognerebbe ricordarsi che da noi operano insegnanti specializzati nel sostegno e questo perché è stata fatta a suo tempo, una scelta di civiltà che ci onora: l'integrazione degli alunni con disabilità e con problemi rilevanti nelle classi di tutti.
Come dicevo prima, la nostra scuola primaria, è tra le prime al mondo e questo è correlato anche a questa scelta coraggiosa che ha promosso l'individualizzazione dell'insegnamento, la pratica dei gruppi cooperativi e ha contribuito ad un rinnovamento della didattica.
Naturalmente tutto questo ha un costo anche in termini economici, ma finora la nostra comunità nazionale ha dimostrato di apprezzare i risultati ottenuti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Scuola riformata e decreti legislativi: dalla riforma Berlinguer alla legge 169 del 30 Ottobre. Aspetti critici e nuove opportunità

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Informazioni tesi

  Autore: Michela Ciucci
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Maria Rita  Mancaniello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 191

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